BOLZANO

Bambine molestate in cortile, indagato operaio bolzanino

L’uomo conquistava la fiducia delle piccole e le portava nella sua cantina poco distante Un caso è stato accertato, ma le indagini dei carabinieri stanno portando alla luce nuovi episodi


di Alan Conti


BOLZANO. Avrebbe usato il cortile del condominio in cui abita per avvicinare alcune bambine e adescarle. È questa l’accusa mossa ad un cinquantenne altoatesino indagato dalla procura per adescamento ed atti sessuali con minori.

L’uomo avrebbe avvicinato alcune bimbe che abitano nella scala a fianco alla sua scambiando due parole per entrare in confidenza. Una volta conquistata la fiducia, ecco scattare l’invito nella sua cantina, dove si sarebbe abbassato i pantaloni mostrando loro le parti intime. Il tutto, però, è stato scoperto da una mamma che si è presentata dai carabinieri di Bolzano per la denuncia. Tra le vittime, infatti, ci sarebbe sua figlia di dieci anni. «Purtroppo non è successo solo una volta. Quest’uomo avrebbe portato mia figlia in cantina almeno tre volte. Non ci potevo credere, quando l’ho scoperto e di certo non potevo stare ferma. Mi sono subito rivolta alle forze dell’ordine per chiedere aiuto». I fatti sarebbero avvenuti qualche mese fa e la denuncia della donna avrebbe dato nuovo impulso ad un'indagine che i carabinieri avevano già avviato. «Probabilmente avevano avuto altre segnalazioni, perché è stato proprio un amico carabiniere ad avvertirmi di quanto stava accadendo a mia figlia. Lei è troppo piccola e di sicuro si vergognava a raccontarmi di questi episodi tremendi. Questo ragazzo, però, mi ha messo in guardia sui comportamenti del vicino di casa, operaio presso un’azienda del capoluogo, e in questo modo sono riuscita a scoprire la verità».

Lunedì mattina, a Trento, il giudice per le indagini preliminari Claudia Mori ha autorizzato l’incidente probatorio con la deposizione della bambina alla presenza del perito d’ufficio Ezio Bincoletto, specialista in neuropsichiatria infantile. Il giudice, infatti, ha ritenuto sufficienti gli elementi raccolti durante l’inchiesta di Bolzano per procedere con un approfondimento importante. Il rischio, in questi casi, è che il passare del tempo possa alterare la testimonianza della minore rendendo meno precisi i riferimenti.

La bimba, dunque, ha raccontato in un’aula protetta quanto accaduto ripercorrendo i momenti in cantina. Contestualmente è stata disposta una perizia psicologica sulla sua idoneità a rendere testimonianza e conseguente attendibilità. A carico dell’uomo, difeso dall’avvocato d’ufficio Antonio Palermo del foro di Trento potrebbero emergere nuove accuse. «Confrontandomi con i carabinieri e con le altre famiglie che abitano nel nostro condominio - conclude la mamma della vittima - ho scoperto che ci sarebbero altri tre bambini coinvolti da queste pratiche in cantina. Seguiamo con fiducia il lavoro degli inquirenti e dei giudici».













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