Bazzani: «La bellezza di una donna disabile»

La scrittrice ospite alle Marcelline: «Nel mio libro il percorso e la lotta di chi si trova in sedia a rotelle»


di Irene Cocco


BOLZANO. “La bellezza salverà il mondo” esordisce con questa frase di Dostoevskij, la scrittrice Valentina Bazzani, iniziando un dialogo profondo e interessante. L’incontro all'Istituto Marcelline dove Valentina ha parlato per ore ai ragazzi. Ha raccontato di sé e della sua malattia neuromuscolare e sopratutto del perché ha scritto il suo secondo libro: “Quattro ruote e tacco 12”. Un racconto autobiografico diviso in due parti: la prima che si snoda attraverso diversi capitoli ognuno dedicato ad un momento importante nella vita di Valentina. Al termine di ciascun capitolo una poesia. La seconda parte dedicata invece alle interviste fatte da Valentina che dice: «La prefazione è scritta da Giovanni Allevi, nel testo ne ho riportato l'incontro, con il quale ho avuto modo di cominciare una bella amicizia».

Per la prima volta in Alto Adige è arrivata a Bolzano con uno scopo preciso, quello di parlarci di diversità e di barriere, tanto materiali quanto culturali.

«La donna in sedia a rotelle non è un’entità a parte, ma una donna che come tale deve sentirsi anche bella ed apprezzata». Valentina, oltre che scrittrice, è una giornalista che vive e lavora in provincia di Verona:nella sua carriera lavorativa ha avuto modo di intervistare artisti del calibro internazionale.

«Non è stata sempre facile la mia vita, non sono sempre stata soddisfatta di me e non ho vissuto sempre nella piena accettazione della mia malattia».

A dodici anni ha dovuto cominciare ad usare la sedia a rotelle, “la mia Spider” , come la chiama lei scherzando. Da quel momento un percorso tutto interiore l'ha portata, adesso a quasi trent'anni, alla consapevolezza che al mondo niente è dovuto e tutto è una conquista.

«Quando ero adolescente sono stata costretta a frequentare l'unica scuola che mi permetteva l'accesso, ho passato giorni difficili perché non accettavo la mia diversità. Adesso tutto mi è più chiaro, la fede certo mi ha aiutata parecchio». E chiude con un messaggio per Bolzano: «E' tempo di vivere per essere veri protagonisti dell'esistenza».













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