Beni culturali, concorso nel mirino 

I Verdi pongono il tema dei requisiti. Mussner rilancia: «Cultura, vorrei un assessorato unico»



BOLZANO. Vacante da anni con polemiche, il posto di direttore della ripartizione Beni culturali torna ad essere coperto con Karin Dalla Torre. Ma la scelta della giunta tra la dirigente provinciale e l’architetto Luigi Scolari è stata inquinata dalle polemiche etniche innescate dal capogruppo della Svp Schiefer (no a un italiano in quel ruolo). I Verdi prendono di petto la vicenda: depositata ieri una interrogazione in cui esplicitano il tema dei requisiti previsti dalla selezione e del curriculum della vincitrice. In modo meno diretto si era fatto sentire martedì l’ordine degli architetti con il presidente Johann Vonmetz, indignato per la polemica etnica: «Per noi professionisti il tema sono le capacità del sovrintendente di gestire un ufficio che non è solo amministrativo».

A partire dai 14 candidati ammessi, la commissione selezionatrice aveva effettuato una prima scrematura di 7, per arrivare alla coppia finale di Scolari (architetto in servizio all’ufficio beni architettonici) e Karin Dalla Torre, laurea e dottorato di ricerca in filosofia a Innsbruck, già direttrice di dipartimento con Sabina Kasslatter Mur, oggi direttrice dell’Azienda musei provinciali. Esaurito il compito della commissione, spettava alla giunta la nomina, su indicazione dell’assessore Mussner (Tommasini si è astenuto).

Sulla procedura di selezione i Verdi Heiss, Dello Sbarba e Foppa lamentano una carenza di trasparenza. Riassume Hans Heiss: «C’è intanto una questione di tempi. Il posto era vacante da tre anni, dopo la vicenda di Waltraud Kofler Engl, insediata e non confermata al termine del periodo di prova. Bandita la selezione, le procedure sono iniziate ben tre mesi dopo. Per caso si sono allungati i tempi perché si temeva che la dottoressa Kofler Engl partecipasse di nuovo?». Poi il tema dei requisiti. Nella interrogazione i Verdi riferiscono che il decreto relativo alla selezione prevedeva la laurea in architettura, storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali, storia dell’arte o lauree riconducibili a questi ambiti. I Verdi segnalano poi modifiche al decreto di selezione, cui chiedono di avere accesso. Il dubbio è che siano stati garantiti margini di discrezionalità. All’assessore viene chiesto il testo del bando per la selezione emanato il 20 maggio, che seguiva il testo del 20 febbraio. Viene infine chiesto se i titoli della vincitrice sono conformi.

LA DIFESA DI MUSSNER . Tra una laureata in filosofia e un architetto, figura prevalente nelle sovrintendenze insieme agli storici dell’arte, perché Mussner ha scelto Karin Dalla Torre? «Ribadisco che in giunta non è entrato il tema del gruppo linguistico», risponde Mussner, «Ho proposto Karin Dalla Torre perché lavora da anni nel settore, con funzioni dirigenziali. Ha dimostrato di avere le competenze sulle materie che andrà a dirigere». Schiefer ha parlato chiaro. Tornerà mai un sovrintendente di lingua italiana? Mussner rilancia: «Abbiamo già dimostrato che è possibile. Di più, sarei favorevole a un assessorato unico alla Cultura, con ramificazioni specifiche per la cultura ladina, sudtirolese e italiana, che vanno preservate. E con lo stesso schema mi piacerebbe anche un assessorato unico alla formazione». (fr.g.)

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