Benzina, super sconti vicino al confine

In otto anni erogati oltre 10 milioni di euro. Nel 2015 ne hanno beneficiato 520 residenti. In media 3.300 euro a testa


di Davide Pasquali


BOLZANO. Si può quantificare la differenza di spesa annua in carburante fra un automobilista per esempio di Bolzano città e uno che abiti in un comune vicino al confine? Si può, eccome. Chi abita vicino ad Austria o Svizzera in media spende 3.300 euro in meno all’anno. Lo si evince rielaborando i dati diffusi dalla presidenza della Provincia in risposta ad una interrogazione dei consiglieri di Südtiroler Freiheit. Per evitare che i sudtirolesi, sconfinando per fare rifornimento, facessero perdere i nove decimi delle accise e ovviamente pure per salvare le pompe di benzina nostrane, dal 2008, quando venne istituita la carta sconto per benzina e gasolio, la Provincia ha erogato benefici economici ossia ha anticipato agli automobilisti oltre 10 milioni di euro. Nel 2015 hanno beneficiato dei contributi alla pompa 520 contribuenti altoatesini, per una spesa totale di oltre 1,7 milioni di euro. In media, si tratta di 3.282,92 euro a testa.

Nel 2008 è stata istituita la carta sconto benzina e gasolio. È prevista la riduzione del prezzo dei carburanti per i cittadini privati residenti nei comuni di confine, situati entro una fascia di 20 chilometri. Nelle zone fino a 10 chilometri dal confine i residenti hanno diritto a una riduzione del 95% della differenza tra i prezzi medi dei carburanti in Italia e nei paesi confinanti, Svizzera e Austria. Nei comuni compresi nella fascia tra 10,1 e 20 chilometri il rimborso ammonta invece al 70%. Della zona 1 fanno parte Brennero, Curon Venosta, Glorenza, Malles, San Candido, Tubre e Vipiteno. Nella zona 2 sono ricompresi Braies, Campo di Trens, Dobbiaco, Lasa, Monguelfo, Prato allo Stelvio, Racines, Sesto, Sluderno, Stelvio, Val di Vizze e Villabassa. Esistono ovviamente dei massimali per persona e per veicolo: si ha diritto a 70 litri giornalieri, 350 litri mensili.

Nel 2008, quando si partì, per via dell’entusiasmo popolare stimolato dalla promessa concreta di sconti immediati, vennero erogati contributi a un numero stratosferico di persone: 10.293. Per una spesa però non elevatissima: 1,41 milioni di euro. Tralasciando la differenza tra comuni di prima e seconda fascia, si trattava di uno sconto pro capite medio annuale di 137,65 euro. Niente male, ma nulla di straordinariamente conveniente. Poi, capito che a tanti non è che è proprio convenisse sottoporsi alla trafila burocratica, il numero di utenti crollò drasticamente. Nel 2009 i beneficiari erano soltanto 410, nel 2010 485, nel 2011 719, nel 2012, coi prezzi dei carburanti alle stelle, si era saliti ma non tantissimo, fino a 1.391 utenti. In seguito, si è nuovamente scesi: 749 nel 2013, 746 nel 2014 e, infine, 520 nel 2015. Le erogazioni hanno fluttuato, ma sono sempre state comprese fra 1 e 2 milioni di euro l’anno. Ma, in realtà, la questione risulta alquanto più complessa. Intanto perché si dovrebbe distinguere tra benzina e gasolio, in secondo luogo perché la Provincia, in realtà, inizialmente deve erogare molti più soldi, che poi rientrano, ma solo per i nove decimi, in forma di accise. In pratica ogni anno si sono spesi oltre due milioni di euro per sostenere gli sconti per la benzina e da un minimo di 890 mila a un massimo di 1,49 milioni di euro per il gasolio.

Le uscite nette da parte della Provincia - sottraendo dall’investimento le accise incassate con la vendita di carburante su suolo provinciale, che sarebbero andate perdute in caso di acquisti oltre confine - in 8 anni sono state di 10 milioni.

Nel caso in cui i dati si considerassero a livello macro, ne uscirebbe questo: hanno beneficiato dei contributi, o meglio dello sconto diretto alla pompa, la bellezza di 15.313 altoatesini, per un importo medio di 702,71 euro. Non ti cambia la vita ma, insomma, niente male. Ma come insegnava Trilussa con l’esempio del pollo, non funziona proprio così. Tolto il 2008, dal 2009 a oggi il numero di beneficiari è crollato, mentre il quantum distribuito si è mantenuto stabile. Ergo, in pochi beneficiano di molto. Nel 2013 lo sconto pro capite era di 1.443,87 euro, nel 2014 era salito a 2.248,92 euro, nel 2015 si è arrivati a 3.282,92 euro. In realtà, il dato risulta però ancora fuorviante: chi è in fascia 1 ha ricevuto anche di più.

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