Benzinai, c’è una donna a guidare la protesta

Emanuela Passerini, 45 anni, è l’agguerrita vicepresidente di Faib-Confesercenti «Chi fa due ore di coda per sfruttare gli sconti non aiuta certamente i gestori»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. A guidare la protesta dei benzinai in Alto Adige è una donna. Emanuela Passerini, 45 anni, è la vicepresidente di Faib/Confesercenti, e ha in gestione assieme al padre il distributore di ponte Roma. Sono in pochi, nella categoria, a volerci mettere la faccia. «Siamo facilmente ricattabili dalle compagnie petrolifere e dobbiamo fare i conti con la scarsa capacità di mediare dimostrata dal Governo ma pur essendo tra due fuochi siamo disposti ad andare fino in fondo». Lo sciopero, questa volta, non è stato cancellato. Dalle 19 di ieri alle 7 di venerdì sarà impossibile rifornirsi di carburante. In autostrada funzionerà almeno un distributore ogni cento chilometri. Sono stati individuati, fra gli oltre 450 impianti presenti lungo la rete, quelli che garantiranno comunque il rifornimento. I benzinai altoatesini sono circa 170 e nel 2012 hanno perso almeno il 10% del fatturato. Ma per chi non può contare sui servizi accessori (lavaggio e bar) le perdite sono state ben più elevate.

Secondo la Passerini l'obiettivo, a medio termine, delle compagnie petrolifere è quello di far sparire i gestori delle pompe di benzina. «Con l'automatico si paga meno e il disegno è fin troppo chiaro. A luglio la situazione si era sbloccata e sembrava profilarsi un accordo ma ora assistiamo all’ennesimo voltafaccia». Se la situazione non cambierà in tempi brevi anche in Alto Adige molti impianti rischiano di chiudere. «Non tutti i nostri associati - prosegue la Passerini, capo-popolo con un’energia davvero fuori dal comune - hanno il car-wash o un punto di ristoro. Dobbiamo cercare di far quadrare i conti anche grazie al carburante. Molti dimenticano che tra accise e Iva si supera il 70 per cento del costo della benzina. A noi restano mediamente 40 centesimi al litro. È una vergogna, ma non siamo disposti a pagare dazio in eterno». Ieri pomeriggio le code sono aumentate fino alle 19 e la situazione è destinata a peggiorare nelle prossime ore, quando molti saranno costretti a rifornirsi in autostrada.

La Passerini, «pasionaria» dei benzinai, fa un passo indietro e mitiga i toni solo quando parla dei clienti. «Non sono loro il bersaglio della protesta ma il mezzo per riuscire a farci sentire. Chi va a fare benzina sfruttando l’iperself o il fai da te deve sapere che a guadagnare meno non sono le compagnie ma i gestori. Quest’estate chi ha abboccato all’iniziativa degli sconti selvaggi facendo due ore di coda il sabato pomeriggio per 20 euro di carburante di sicuro non ci ha aiutato».

La Passerini non ne parla volentieri ma a dicembre sono previste altre dure forme di protesta. Le associazioni di categoria hanno già proclamato il "no rid day" - una forma di agitazione attraverso la quale ogni gestore non pagherà una fornitura di carburanti in un giorno a scelta tra il 21, il 22 e il 23. Le compagnie petrolifere hanno risposto minacciando il mancato rifornimento degli impianti, con possibili interruzioni del servizio. I gestori preannunciano anche il rifiuto del pagamento con carte di credito e bancomat «per protestare contro la pratica delle banche di sostituire la commissione sui rifornimenti fino a 100 euro con altre voci di costo a carico dei gestori». Intanto ieri sera alle pompe di benzina c’è stato il caos, o quasi. Non resta dunque che sperare nel raggiungimento di un'intesa proprio in extremis.

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