Bergamo ora chiede di uscire dal carcere nel giro di due anni

Il serial killer ha presentato istanza alla Corte d’assise Vuole essere ammesso retroattivamente al rito abbreviato


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano in carcere a Rebibbia per una condanna plurima all’ergastolo, rialza la testa e rivendica il diritto di vedere una luce in fondo al tunnel dopo aver trascorso in cella 22 anni effettivi della sua vita. Lo ha fatto con una istanza fatta pervenire a palazzo di giustizia a Bolzano ed indirizzata alla Corte d’assise. Tecnicamente parlando si tratta di un «incidente d’esecuzione». In pratica il pluriomicida ha chiesto di essere ammesso ad una sorta di revisione del processo che lo condannò all’ergastolo con l’aggiunta di tre anni di isolamento diurno. Come si ricorderà Bergamo fu riconosciuto colpevole di cinque omicidi. Iniziò a colpire in un’abitazione di via Visitazione a Bolzano. Uccise a coltellate Marcella Casagrande, una ragazzina di 15 anni acqua e sapone che ebbe la sfortuna di incontrarlo casualmente nel negozio di un fotografo di via Palermo. Fu proprio la passione della fotografia a spingere la povera Marcella tra le braccia del suo carnefice. Era il 3 gennaio 1985. Bergamo aveva già iniziato a girare con i coltelli in tasca ma per quel delitto non emerse la premeditazione e fu condannato a 30 anni di reclusione. Negli altri quattro casi, le vittime furono altrettante prostitute e Marco Bergamo (che era giunto al massimo della perversione e cioè «l’omicidio per godimento») venne condannato all’ergastolo per ogni omicidio. Fu per questo che in fase di applicazione della condanna, la pena del carcere a vita fu aggravata dall’imposizione a tre anni di isolamento diurno. Ora però il serial killer (che con il calcolo degli abbuoni di pena ha scontato sino ad oggi poco più di 27 anni di reclusione) chiede di essere ammesso retroattivamente ai benefici del rito abbreviato. In effetti nel 1995 (quando Marco Bergamo venne processato) in un processo con imputazione da ergastolo non era ammessa la richiesta di rito abbreviato (che prevede il diritto ad uno sconto di pena di un terzo). La norma cambiò con l’approvazione della legge Carotti (la numero 479 del 1999) e a tutt’oggi anche in procedimenti da ergastolo l’imputato può chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato con i vantaggi del caso. Posto che si tratta di una legge più favorevole all’imputato, Marco Bergamo (che si è affidato a due avvocati d’ufficio di Roma) ne ha chiesto l’applicazione retroattiva con la contestuale sostituzione della condanna inflittagli (all’ergastolo) con la pena di 30 anni di reclusione. Se l’istanza dovesse essere accolta il serial killer bolzanino potrebbe tornare in libertà entro un paio d’anni per “fine pena”. Un vero e proprio incubo. Basti pensare che nel corso del processo del 1995 emerse che Bergamo in occasione del primo omicidio aveva scoperto che uccidendo appagava il suo piacere e nello stesso tempo distruggeva l’oggetto temuto e odiato e cioè la donna. A livello psichiatrico venne ritenuto perfettamente in grado di intendere e di volere. Ora spera di poter voltare pagina.

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