Bertoldi shock contro i tedeschi «Popolo barbaro e inferiore»

Il commissario provinciale del Pdl a ruota libera su Facebook: «Pidocchi rifatti, senza cultura» Pioggia di critiche sul web, «Vergognati». Ma lui non molla: «Dico quello che penso, agli elettori piace»



BOLZANO. I tedeschi? Per Alessandro Bertoldi in Germania vive una popolazione di «barbari, inferiori», copioni delle eccellenze italiche e infine razzisti proprio verso gli italiani. Ignoranti, anche. Manca solo «crucchi», poi nulla è stato tralasciato. Il problema è che l’”analisi” arriva dal commissario altoatesino del Pdl e capolista in pectore della lista delle provinciali. Colui che, nemmeno ventenne, Michaela Biancofiore ha scelto per guidare il partito provocando la fuga di alleati di ferro come Maurizio Vezzali e Mario Tagnin. A scatenare tutto è stato un incontro ruvido con i controlli della polizia germanica. Legittimo protestare, ma se la rozza supponenza esibita nella circostanza dal giovane pdellino risulta inaccettabile in bocca a chiunque, tanto più risulta indigeribile in bocca a un esponente politico. Toni, quelli di Bertoldi, che tra l’altro che non sono piaciuti nemmeno su facebook, dove si è scatenata una discreta pioggia di critiche. Questo il post: «Con oggi ho definitivamente avuto la conferma del fatto che i tedeschi germanici siano un popolo barbaro ed inferiore... A Roma direbbero: pidocchi rifatti». E poi, a mo’ di spiegazione e risposta a chi ha protestato «vergognati»: «Non mi vergogno, ciò che hanno, lo hanno imparato da noi ed il resto lo hanno copiato male. Gran poca cultura e civiltà, scarsa accoglienza. È la quinta volta che vado in Germania, credo ormai di poterlo dire. Inizio a capire che dagli errori si deve imparare e non fottersene, gli atti di razzismo che abbiamo subito oggi quali italiani sono inqualificabili. Spero di non offendere l'intero popolo tedesco, ma soltanto chi lo merita ed alcune delle loro istituzioni irresponsabili». Contattato, Bertoldi racconta cosa è accaduto domenica mattina: «Ero in viaggio verso Monaco con un pullman organizzato da una agenzia turistica di Bolzano. Dieci chilometri dopo l’ingresso in Germania un esercito di auto civetta della polizia tedesca ci ha fatto fermare all’interno di un’area di sosta. C’erano in tutto dieci pullman, peccato che otto fossero italiani, uno spagnolo e uno ceco . Se non è un pregiudizio questo». Gli agenti hanno iniziato un controllo minuzioso, raccontato così: «Un plotone d'esecuzione che controllava i documenti di tutti coloro che erano a bordo, compresi i contenuti delle stive bagagli e dei bagni interni, questa non è l'amicizia di un Paese europeo, ma la manifestazione di un pregiudizio insensato. Allora il mio pregiudizio diviene tollerabile ed è certamente più motivato storicamente». Plotone di esecuzione? Bertoldi rivendica i propri giudizi: «Ho esagerato, perché sono impulsivo. Ma preferisco essere così. La politica è caduta in una ipocrisia spaventosa. Non ci sto. Sono giovane e voglio essere il più diretto possibile. Alle elezioni vedremo come verrà giudicato il mio comportamento, ma credo che al nostro elettorato piaccia così». (fr.g.)

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