Biennale di Venezia: Lois Anvidalfarei al Padiglione Italia


Severino Perelda


Polemiche alla Biennale Arte di Venezia? Non mancano mai. Ce ne sono anche per l'edizione di quest'anno, che domani sarà aperta al pubblico ma che già oggi vedrà l'inaugurazione ufficiale dei vari Padiglioni nazionali. E tra questi, il Padiglione Italia risulta titanico: 200 artisti sono stati selezionati da 200 intellettuali, cui Vittorio Sgarbi «curatore maximo» ha delegato l'incarico di garantire nomi e opere che coprano una superficie di 4 km quadrati (costo: 1 milione di euro, e non bastano). Molto si sta discutendo - e con moltissime critiche - su questa nuova iniziativa di Sgarbi, il cui titolo è «L'arte non è cosa nostra» (con riferimento proprio alla decisione di non scegliere gli artisti in prima persona e di delegare la selezione a terzi). In positivo si può però citare la presenza dello scultore badiota Lois Anvidalfarei, nota e apprezzata figura di artista della nostra provincia, di cui abbiamo spesso parlato e che è stato designato per il Padiglione Italia dallo scrittore Joseph Zoderer. Abbiamo contattato lo scultore, per saperne di più.  Anvidalfarei, cosa pensa dei problemi e delle controversie di questa Biennale?  «Mi sento totalmente fuori da qualsiasi polemica. L'invito a esporre per me è stata una bellissima sorpresa. Non ero a conoscenza dei meccanismi di selezione, che ho conosciuto solo in seguito. In effetti possono essere discutibili. Per quanto mi riguarda, la più grande soddisfazione è stata quella di trovarmi segnalato dallo scrittore Joseph Zoderer, che non ho nemmeno il piacere di conoscere personalmente».  Quale opera porterà a Venezia?  «Il recente lavoro "Ecce homo", che ho presentato all'inizio di quest'anno alla galleria Goethe» (si tratta di un grande trittico di figure in bronzo, ndr).  Non crede che, tra così tante opere in esposizione, possa mancare la possibilità di confronto e di valutazione?  «Sono stato da poco a Venezia e ho «assaggiato» il caos che caratterizza gli allestimenti. Il padiglione alle Corderie dell'Arsenale è pieno, in effetti. Ma non lo considero un fatto negativo».  La quantità non potrebbe secondo lei offuscare la qualità?  «La mia è una lettura diversa. Credo di poter definire l'intero spazio occupato in modo così eterogeneo come una grande opera a sé stante. E trovo, inoltre, che possa trasformarsi in un'occasione forse unica, perché favorisce una sorta di selezione naturale. Sarà interessante vedere, nonostante tutto, quanto singolari possano apparire ed emergere, senza che siano isolate ed enfatizzate, le opere più valide».  Fin qui Anvidalfarei. Lo scultore badiota è l'unico artista altoatesino chiamato al Padiglione Italia, ma non è l'unica presenza altoatesina alla Biennale Arte. Letizia Ragaglia, direttrice del Museion, è stata nominata nella giuria internazionale della 54esima esposizione, diretta da Bice Curiger e intitolata «Illuminazioni».  

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