Bolzano, 300 islamici in piazza: «Non siamo dei terroristi»

I festeggiamenti per la nascita di Maometto si trasformano in un corteo per rimarcare la distanza dalla violenza dell’Isis e dai fatti di Colonia. Ma la gente guarda e non capisce


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Non siamo terroristi». Una manifestazione religiosa per festeggiare la nascita dai Maometto che si trasforma in un corteo di condanna della violenza e dei fatti di Colonia. È successo ieri pomeriggio in pieno centro a Bolzano. Il problema è che il messaggio di “pace” non è stato capito dai bolzanini che si sono trovati davanti dai due ai trecento fedeli islamici che urlavano in lingue incomprensibili. «Abbiamo ancora molto da lavorare, sia noi che loro. Noi dovremmo cercare di comprendere, loro di spiegarsi meglio, perché non si capisce nemmeno cosa stiano facendo. Sembrano arrabbiati, ma con chi ce l’hanno? Ah no, guarda, tengono in mano dei cartelli. Sopra c’è scritto: i musulmani non sono terroristi». È la perfetta sintesi dei sentimenti che nella giornata di ieri hanno animato chi ha assistito all’evento, espressa da una perplessa signora bolzanina a spasso in centro con il marito.

Nascita di Maometto, l'Islam sfila in Centro a Bolzano

BOLZANO. Corteo oggi a Bolzano per la nascita di Maometto. La manifestazione ha sfilato anche davanti al Duomo. (Video Pasquali)

È da poco passato il mezzogiorno e nelle strade attorno al Duomo si sta tenendo una manifestazione religiosa per onorare la nascita del profeta Maometto. La questura dice 150, gli organizzatori dell’incontro di preghiera, che si terrà a fine corteo nelle sale della parrocchia del Duomo, parlano di 300. Fatto sta che sono in tanti. Urla a squarciagola fendono il silenzio di una sonnecchiante piazza Walther caratterizzata dal mercatino di Natale in piena dismissione. Sono delle preghiere, ma recitate con un fervore e un tono tali da impressionare. Ossia, per chi non è avvezzo - come la maggior parte dei bolzanini e dei turisti italiani, germanici o di altra nazionalità presenti in zona - fanno impressione e, visto che mala tempora currunt, con tutto quello che sta capitando dalla Francia alla Germania all’Egitto, più di qualcuno preferisce sgattaiolare via alla chetichella, chi uscendo da un bar, chi dalla parrucchiera, chi entrando nella vicina chiesa.

Il timore, in questo caso, pare mal riposto. Perché non recitano solo preghiere, ma lanciano anche slogan contro la violenza dell’Isis. Chi, incuriosito, si prende la briga di fermarsi a gettare uno sguardo, vede quanto segue: davanti un piccolo gruppetto di bambini, che anticipa uno striscione colorato, scritto in arabo. A destra e a sinistra del corteo, la scorta della questura: poliziotti e carabinieri. Qualche bus rallentato da vigili, ma nessun altro intoppo, men che meno di ordine pubblico. Lo striscione è portato da una decina di fedeli. Uno intona, gli altri seguono, ripetendo nenie a squarciagola. Davanti per lo più fedeli originari della penisola indiana e dintorni, bengalesi, pachistani. A seguire, marocchini, nord africani, senegalesi. Il secondo gruppo prega in maniera più sommessa, meno teatrale. Dietro, un bel po’ più indietro, le donne, in numero nettamente inferiore, con i figli. Capo coperto, pregano sottovoce. Fra i più attoniti alla vista del corteo, i ragazzini di un pullman appena giunto in via Alto Adige. Sono tutti quanti vestiti da Gaspare Melchiorre e Baldassarre. Perché in duomo si tiene la messa per dire grazie ai cantori della stella di Natale. I fedeli musulmani girano attorno al duomo, poi si fermano, ancora preghiere. Uno dei portavoce spiega: «Siamo musulmani, solo questo siamo. La nostra è una religione di pace. I musulmani non sono dei terroristi».

Sui cartelli c’è scritto: «Noi condanniamo la violenza».

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