Bolzano, commessa "scaricata" da una grande catena dopo un'intervista
Sara, 26 anni, madre di una bambina, lavorava da Zara. L'azienda: non soddisfa più le nostre esigenze. Si era fatta fotografare in negozio durante un'intervista sullo sciopero del commercio
BOLZANO. Sara, 26enne con una figlia da mantenere, aveva sognato a lungo quel lavoro da commessa. Dopo un corso alle professionali per diventare "addetta alla vendita" e uno stage da Benetton era riuscita a trovare un impiego - a chiamata, grazie ad un'agenzia interinale - da Zara. Prima a Merano e poi a Bolzano. E per lei è stato come toccare il cielo con un dito. Poi, però, è bastata un'intervista prima dello sciopero della grande distribuzione per perdere il posto. Nulla di offensivo o imbarazzante per la catena spagnola, ma solo una fotografia della sua vita con gli scaffali del negozio alle spalle e un gran sorriso al collega che l'ha intervistata.
Sara, come si sente?
«Sono delusa, ma anche un po' stressata. Non mi aspettavo di essere allontanata così. Senza un motivo».
Cosa le hanno detto?
«Il responsabile è venuto in magazzino e ha sottolineato che per fare l'intervista serviva l'autorizzazione. Mi ha detto che non avrei dovuto agire di testa mia».
Lei come ha reagito?
«Ho spiegato di aver parlato solo della mia vita . Ho impiegato, al massimo, cinque minuti. Ho aggiunto che, per regole interne, con un alloggio di 21 metri quadrati non avrei potuto aspirare ad un'assunzione. Ma alla catena spagnola sono sempre stata grata per avermi dato un lavoro. Ormai nel reparto uomo mi lasciavano sempre più autonomia ed ero felice».
Poi come le è stato comunicato l'allontanamento?
«Un giorno dopo l'articolo mi ha chiamato l'agenzia interinale di Bolzano che mi segue, e con cui mi trovo benissimo. Mi ha riferito che Zara non aveva più bisogno di me. Ovviamente ci sono rimasta malissimo».
Le hanno dato una spiegazione?
«Ufficialmente non servo più perché "non rispondo alle esigenze di Zara". Non una parola di più. Pensavo che, ormai, ci fosse un rapporto consolidato. Prima lavoravo solo il weekend, poi mi hanno chiamato sempre più spesso. Le cose andavano sempre meglio, al punto che ormai mi lasciavano da sola nel reparto uomo e mi occupavo anche di rimpiazzare la merce che mancava. Poi è arrivata la doccia fredda dell'altro giorno».
Adesso cosa pensa di fare?
«Grazie all'agenzia interinale spero di trovare un posto in uno dei tanti negozi del nuovo Twenty. Non sono certo una persona che si arrende. In passato ho fatto anche la barista, la cameriera, ho lavorato in albergo e persino in un magazzino di mele. Vorrei tornare a fare la commessa ma sono disposta ad adattarmi pur di trovare a breve un impiego».
Abbiamo sentito naturalmente anche uno dei responsabili del negozio di via Museo, che ha fatto riferimento ad una sorta di codice di comportamento (non scritto) da rispettare per tutti i collaboratori. E Sara non lo avrebbe fatto. Poi, ufficialmente, Sara è stata allontanata «perché non rispondeva più alle nostre esigenze». Scaricata, così, su due piedi. Visto l'impegno e le capacità dimostrate - che nemmeno la catena spagnola sembra aver messo in dubbio - forse Sara troverà presto un'altra occupazione.
"Va bene anche a chiamata. Io ho solo una gran voglia di lavorare".