il dramma

Bolzano: «Giustizia per mio figlio, morto in slitta a 14 anni»

La battaglia della madre di Romano Campiti: il dramma sulla Croda Rossa. «Creeremo una Fondazione per aiutare le famiglie di giovani vittime di incidenti»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Non vorrei cadere nel banale ma è così: mi alzo la mattina e c’è Romano; vado a letto la sera e c’è di nuovo lui. Può sembrare assurdo ma oggi mio figlio è più presente nella mia vita di prima. Penso a quello che avrebbe potuto fare, se - dopo quel tragico incidente - non fosse diventato un ricordo». Il primo marzo saranno quattro anni: Romano Campiti, originario di Roma che avrebbe festeggiato i 15 anni il giorno dopo la tragedia, si è schiantato con la slitta, mentre assieme al maestro di sci, alla sorella Sveva e ad altri quattro ragazzini, stava scendendo lungo la pista di slittino della Croda Rossa che arriva fino a Moso frazione di Sesto, in Val Fiscalina (Alta Val Pusteria).

Rossella Ardito Campiti - mamma della giovane vittima, donna raffinata e colta, che assieme alla famiglia ha girato il mondo lavorando come addetta culturale nelle ambasciate - anche ieri, come tutte le altre volte, assieme alle figlie Sveva e Costanza, 16 e 14 anni ciascuna, era in Tribunale per seguire la prosecuzione del processo che vede sul banco degli imputati Alessio Talamini, maestro di sci di 38 anni, residente a Pieve di Cadore, Mark Winkler, 42 anni, amministratore delegato della Sextner Dolomiten spa e Rudolf Egartner, addetto alla sicurezza della stessa società che gestisce gli impianti e le piste del comprensorio Monte Elmo-Croda Rossa.

L’accusa, così come riformulata dal pubblico ministero Luisa Mosna, è per tutti di omicidio colposo con l’aggravante dell’evento prevedibile in quanto il 21 febbraio, ovvero dieci giorni prima, sulla stessa pista di slittino si era verificato un altro grave incidente. Ieri l’udienza è iniziata e subito rinviata al 26 marzo quando è prevista la discussione. La sentenza è attesa per aprile. La famiglia Campiti si è costituita parte civile.

Bolzano, la battaglia di una madre: "Giustizia per mio figlio morto a 14 anni"

Rossella Campiti, quattro anni fa, ha perso il figlio Romano di 14 anni, in un incidente in siltta sulla Corda Rossa in Pusteria. Davanti al tribunale di Bolzano si sta tenendo il processo per omicidio colposo con l'aggravante dell'evento prevedibile contro Alessio Talamini, maestro di sci di 38 anni che accompagnava il giovane, Mark Winkler, 42 anni, amministratore delegato della Sextner Dolomiten spa e Rudolf Egartner, addetto alla sicurezza della stessa società che gestisce gli impianti e le piste del comprensorio Monte Elmo-Croda Rossa. Per onorare la memoria del figlio verrà istituita una Fondazione che si occuperà di assistere le famiglie di giovani vittime di incidenti. Video: Groppo-Mattioli L'ARTICOLO

«Quando tutto sarà finito e mio figlio avrà avuto giustizia, voglio dar vita ad una Fondazione intitolata a Romano».

Ha già parlato con i professori del Lycée Chateaubriand della capitale, il liceo francese frequentato da Romano: «Anche loro sono disposti a partecipare all’iniziativa. La Fondazione avrà come obiettivo principale quello di assistere dal punto di vista burocratico-legale le famiglie di giovani vittime, in particolare di incidenti. Non tutti ce la possono fare con le proprie forze; con l’appoggio della nostra Fondazione invece potranno sperare di ottenere giustizia».

Giustizia è quella che chiede Rossella che non può rassegnarsi alla perdita del suo primogenito.

«Quella pista è pericolosa - sostiene - e lo dimostra il fatto che pochi giorni prima, proprio lì c’era stato un altro grave incidente. Mio figlio non era mai andato in slitta: la cosa grave è che io - in quei giorni in vacanza a Cortina d’Ampezzo - avevo affidato Romano e Sveva al maestro, perché migliorassero le loro capacità sciistiche. Solo dopo la tragedia ho saputo che l’insegnante li aveva portati invece in slitta, in Alto Adige. L’incidente è avvenuto nella seconda discesa: la slitta è uscita di pista, è finita in una scarpata e nell’urto mio figlio è finito contro un albero. I soccorsi sono arrivati solo un’ora d’ora, quando era ormai troppo tardi».













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