senzatetto

Bolzano, il sindaco accusa: «Provincia sorda alle nostre richieste di aiuto» 

Dopo la morte del giovane egiziano, Caramaschi torna ad attaccare l’assessora al sociale Waltraud Deeg: «Ha chiuso tutti i centri d’accoglienza della periferia». Riunione d'urgenza con i presidenti delle comunità comprensoriali


antonella mattioli


BOLZANO. «L'assessora Deeg sorda alle nostre richieste d’aiuto. E meno male che è della corrente degli Arbeitnehmer, l’ala sociale della Svp, quella che dovrebbe essere più sensibile a temi come migranti e senzatetto». Dopo la morte del diciannovenne egiziano, ucciso dal freddo nella notte tra giovedì e venerdì mentre dormiva tra i cartoni nascosti sotto i binari di via Buozzi, si alzano i toni dello scontro Comune - Provincia, e il sindaco Renzo Caramaschi torna ad attaccare l’assessora provinciale al sociale Waltraud Deeg.

«Ha chiuso tutti i centri di accoglienza straordinaria (Cas) presenti sul territorio - dice il sindaco - e com’era prevedibile il problema della gestione dei richiedenti asilo, di quelli che si sono visti respingere la domanda di asilo che diventano senzatetto, è stato scaricato sul capoluogo. È una vergogna. Perché oggi Bolzano si trova a dare accoglienza a 673 persone: 330 sono senzatetto ospitati nelle strutture comunali; 60 in strutture private; altri 283 sono richiedenti asili; oltre 200, il numero è molto variabile, vivono all’addiaccio. Brunico, Bressanone, San Candido quanti ne ospitano? Per fortuna che il governatore ha capito e ha assunto la gestione in prima persona del problema».

L’assessora Waltraud Deeg risponde così: «Dopo la tragedia che è appena successa e con la situazione drammatica di chi vive ancora all’aperto, mi astengo da qualsiasi commento che non dia un aiuto concreto a chi è nel bisogno. Dico solo che la Provincia finanzia per intero i servizi garantiti dal Comune, aumentando ogni anno il budge ».

Convocati i comprensori

Pressato da Caramaschi dopo la tragedia di via Buozzi, il governatore Arno Kompatscher ha disposto di aumentare, già da sabato sera, da 70 a 95 i posti letto all’interno dell’Alimarket. Inoltre ha promesso di riaprire i Centri di accoglienza straordinaria sparsi sul territorio, chiusi nel 2020 dopo tre anni, mettendo a disposizione 150 posti entro Natale. Bisogna però - cosa non facile - convincere i sindaci. Per questo ha convocato una riunione d’urgenza con il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer e i presidenti della Comunità comprensoriali.

I 150 posti non bastano

Ma secondo l’assessora comunale Chiara Rabini anche i 150 nuovi posti promessi dalla Provincia non sono sufficienti. «È un primo passo, però non sarà sufficiente. Il numero di posti va a mio avviso commisurato all’attuale bisogno (che pare essere più elevato dei 150 posti previsti) e ai flussi giornalieri di arrivi/transito. Gli interventi della Provincia devono essere strutturali e permanenti per far fronte a flussi migratori costanti. Bisogna ripristinare i Cas, prorogare Siproimi - ex Sprar - e se possibile ampliarli; prevedere inoltre case per lavoratori senzatetto in tutti i comuni». Rabini chiede che a Bolzano siano previsti posti letto per quelle persone che sono di passaggio o che non hanno i requisiti per accedere al sistema provinciale (da anni si chiede infatti un centro di transito a bassa soglia). Il capoluogo è una città di confine lungo la linea del Brennero e inevitabilmente le persone transitano nella città capoluogo. Propone inoltre di riutilizzare il modello usato, anche con l’emergenza Ucraina, dello sportello unico con tutti i primi servizi per l’accoglienza (sanità/test covid, questura, organizzazioni del terzo settore, provincia, volontari) per un accesso immediato nei centri di accoglienza. Ma a preoccupare di più adesso è il crollo delle temperature previsto per questa settimana: «È necessario un intervento urgente e immediato della protezione civile, per non lasciare le persone in strada nell’attesa dell’ampliamento della rete di accoglienza».

380 posti in mensa

L’aumento di migranti e senzatetto in città è confermato da Beatrix Mairhofer, direttrice della Caritas: «Alla nostra mensa in via di Mezzo ai Piani arrivavano in media 130 persone; attualmente, ogni sera sono circa 380. Non ci stanno tutti dentro, per cui distribuiamo anche i sacchetti. Cominciamo ad avere problemi con i vicini, per questo stiamo discutendo con la direttrice di Assb Di Fede e l’assessore Andriollo, per migliorare il servizio».

 













Altre notizie

Attualità