Bolzano, la protesta degli infermieri"Siamo pochi, pazienti a rischio"

Documento firmato da un gruppo di dipendenti del San Maurizio: «Ci troviamo spesso nell’impossibilità di offrire un’assistenza efficace ed efficiente e questa è la cosa peggiore e più grave di tutte»



BOLZANO. Un gruppo di infermieri del San Maurizio in un documento inviato all’Alto Adige sfoga tutta la sua rabbia perchè - scrivono testualmente - «manca personale e ci vediamo costretti a fronteggiare situazioni al limite delle possibilità umane».
E ancora: «Ci troviamo spesso nell’impossibilità di offrire un’assistenza efficace ed efficiente ai pazienti e questa è la cosa peggiore e più grave di tutte. Se la notte veniamo lasciati da soli in corsia (in reparti in cui non c’è il medico) perché bisogna risparmiare e non si può sforare il budget, il malato si trova a correre seri rischi. Non facciamo miracoli». È di pochi giorni fa la notizia della riduzione dell’attività nel reparto di Chirurgia del San Maurizio durante il mese di luglio dovuta alla carenza di medici e infermieri e di ieri la dichiarazione del presidente dell’Ordine dei medici - Michele Comberlato - che chiede una maggiore programmazione dentro l’ospedale costretto a destreggiarsi tra risorse economiche che scarseggiano e blocco del turnover. E adesso anche una parte di infermieri dice la sua.
Il documento inviato all’Alto Adige è firmato ma gli interessati chiedono l’anonimato: «Tra di noi ci sono parecchi contrattisti, per piacere niente nomi».
«I tempi - si legge nel documento - esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in equipe multidisciplinari. Periodicamente e giustamente siamo obbligati a partecipare a corsi di aggiornamento per raggiungere un determinato numero di crediti annui, paghiamo l’iscrizione ad un albo professionale, ci viene richiesto pure di produrre progetti aziendali ma quando si tratta di tradurre tutto questo nel concreto ci scontriamo con l’incubo del budget che ogni reparto deve rispettare, con i piani di rientro, con il maledetto deficit che non molla mai e così ci troviamo in corsia da soli, stremati e con un carico di responsabilità che ci allarma, sempre e solo perché si deve risparmiare». In realtà - spiegano - i soldi ci sarebbero se solo si evitassero gli sprechi. «E parliamo di sette ospedali da mantenere, del tunnel che collega il San Maurizio al padiglione W, dei macchinari acquistati e mai utilizzati, delle degenze ingiustificate, dei reparti ristrutturati che poi saranno trasferiti nella nuova clinica medica. Ecco noi siamo stanchi di non poter svolgere in nostro lavoro secondo le nostre possibilità e la nostra professionalità e siamo stanchi di assistere a tutto questo sentendoci impotenti e con la sensazione frustrante di essere soli».
Per molti infermieri troppe caposala non sono più responsabili del proprio team ma puntano solo a raggiungere gli obiettivi. «E così capita che ci sia chi costringe il personale a lavorare da solo di notte. E tanti hanno paura di non essere in grado di gestire l’emergenza perché non tutti i reparti hanno il medico presente. Si fa un gran parlare di qualità, ma dove sta questa qualità?».

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