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Bolzano, le fioriere in stile Isola di Pasqua diventano un caso

Proposte dall’associazione floricoltori, pagate dall’Azienda di soggiorno. Antonio Lampis: «Inguardabili e fuori contesto». Critici anche i turisti. Roland Buratti: «Le sposteremo altrove»



BOLZANO. L'isola di Pasqua a Bolzano, qui tra le Dolomiti? «Nun se po’ vede’...». Il turista romano fotografa e posta. Il commento è ad alta voce ma c 'è da immaginare quelli scritti. Sono la sorpresa dell'estate 2022, questi faccioni in diretta dal Pacifico piovuti in mezzo ad architetture gotiche e neo, tra il Duomo e il municipio, con l’aggiunta di piazza Domenicani.

Sono lì da un po’, ma le reazioni stupite degli ospiti rinfocolano quelle ormai quasi sopite dei bolzanini della prima ora che ne hanno subito l'impatto estetico qualche mese fa.

Antonio Lampis, uno insospettabile, visto che ha diretto tutti i musei italiani, dirige ora la cultura provinciale italiana, sta al Museion e alla Lub, è sbottato: «Sono di un cattivo gusto inguardabile. Incredibile quest'ananas che ricorda, a due passi dal Duomo, l'isola di Pasqua!».

Stessa reazione del molto meno colto turista nei pressi. Ma non è che i gusti sono gusti? «Ma no - risponde Lampis - non è questione di mi piace o non mi piace. L’arte pubblica dovrebbe avere alcuni riferimenti nei principi di tutela e di coerenza al contesto».

Ritorna la polemica già emersa dopo i “ponti d'artista” e il loro impatto da presenza contemporanea inattesa? «Quelli erano una operazione di frontiera, coraggiosa. Questi - scrive l’artista Benno Simma - sono da mani nei capelli».

E sì che sono costate queste fioriere giganti. Almeno 30 mila euro. Sono un parto dell'associazione dei floricoltori. Pensavano ai fiori, evidentemente, più che alla struttura. Progetto poi recepito dall'Azienda di Soggiorno. «Capisco il dibattito, anche acceso - replica Roland Buratti, il presidente - ma noi veniamo anche dalle polemiche sulle opere d'arte, in quel caso vere, di artisti contemporanei, poste in alcuni luoghi notabili del centro. Ebbene, anche in quel caso, non sono passate indenni...»

Certo, ammette il presidente dell'Azienda, in questo caso non è stato ben valutato il gusto complessivo delle installazioni. Che hanno una ragione, nella scelta della location: l’acqua. Sono poste laddove ne esiste una fonte. Sta di fatto che, dopo aver preso atto delle critiche, l'Azienda si è mossa. Elaborando un testo posto a ridosso delle fioriere giganti.

«Si spiega - anticipa Roland Buratti -che si tratta di una azione creativa dei nostri fiorai. Che costituiscono un messaggio augurale. Non so proprio se ispirato direttamente a pasqua e all'isola di Pasqua. Ma anche se fosse...».

Insomma, si prova a farsi capire. E a giustificare una presenza che rischia di diventare ingombrante. L'altra notizia è che i faccioni resteranno al loro posto fino in autunno, quando saranno rimossi ma solo per far posto al mercatino di Natale. Tuttavia, e questo riguarda l'indistruttibilità del materiale con cui sono stati costruiti, torneranno.

«Cambieremo collocazione - anticipano dall'Azienda di soggiorno - e probabilmente le porremo sulle passeggiate o altrove». D’altronde, il contratto coi floricoltori prevede manutenzione delle fioriere e durata nel tempo. In sostanza: ce le ritroveremo per l'eternità. P.CA.













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