«Bolzano non tutela i monumenti»

L’architetto Forte: «Il Pascoli non va demolito, lasciare la scalinata non ha senso»



BOLZANO. “Alcune scelte di Bolzano fatico a comprenderle”. Non fa eccezione Riccardo Forte, architetto genovese, tra i promotori del Do.Co.Mo.Mo., il registro nazionale di tutela dei monumenti, a Bolzano per parlare del complesso Pascoli-Longon. In un incontro organizzato da Unuci Bz e “Associazione Futuro Alto Adige” ben presto si è passati a uno sguardo più generale. “Trovo poco rispettosa e non convincente la scelta di mantenere solo la scalinata dell’edificio stravolgendone tutta l’anima intrinseca. Se ragioniamo per insiemi allora comprendiamo come questo progetto non possa incontrare il favore di chi cerca di difendere il razionalismo da certi attacchi”. Una soluzione fortemente criticata anche dal collega Oswald Zoeggeler, non a caso presente all’incontro. Ad essere sinceri neppure il progettista del polo bibliotecario, Christoph Mayr Fingerle, ha mai fatto salti di gioia per il mantenimento della scalinata, pur trasformandola in una stimolante sfida professionale. “In ogni caso – continua Forte – procedere in questo modo stravolge il valore di un simile edificio”. Considerando i costi, quasi un paradosso. Eppure Bolzano, forse più di altre città, fatica a distanziarsi dal parallelismo razionalismo-fascismo. La forbice tra Piacentini e Mussolini non si apre quasi mai. “Uno sforzo bisogna farlo perché anche questa è storia. Di fronte a un palazzo medievale nessuno si chiede se chi lo abbia eretto avesse avuto una politica lodevole o meno”. Intanto il Monumento della Vittoria diventa un museo: basta un cambio di funzione? “La situazione di quell’arco è davvero singolare. Io dico solo che depotenziare un monumento è una contraddizione in termini. Se per monumento si intende, per definizione, un’opera dell’ingegno umano non ha alcun senso cercare di de-potenziarlo, ma andrebbe promosso”. (ac)













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