LA STORIA

Bolzano: Ponte Talvera salvato a furor di popolo nel 1990

Doveva essere demolito, ma 25 anni fa venne restaurato e riaperto grazie alle firme di 23 mila bolzanini


di Orfeo Donatini


BOLZANO. In settant'anni di cronaca cittadina l'Alto Adige circa trent'anni fa ha dedicato pagine su pagine ad una vicenda che ha appassionato e diviso la città: restaurare o demolire ponte Talvera? E le recenti cronache legate all'incendio divampato sotto le sue arcate non hanno fatto altro che rinverdire quella “battaglia” consumatasi fra raccolte di firme e polemiche dai toni anche molto aspri. La costruzione dell'imponente ponte sul Talvera, o Talferbrücke, è del 1900 con cinque archi in ferro e pietra, a cura della rinomata ditta austriaca Waagner-Biro di Vienna e verrà realizzato per collegare la città vecchia con i nuovi quartieri di Gries-San Quirino.

Ponte Talvera salvato nel 1990 a furor di popolo

Bolzano. In questi giorni ricorrono i 25 anni della riapertura di ponte Talvera. Nel 1977 la struttura - diventata pericolante - era stata chiusa al traffico veicolare (e dal 1985 anche a quello pedonale). Accanto venne montato un bailey militare "provvisorio" che rimase poi per 13 anni. Il Comune voleva demolire ponte Talvera e costruirne uno nuovo a sei corsie. Contro il progetto si schierano moltissimi bolzanini e un comitato per la tutela dell'opera. Dopo sette anni di battaglia e 23 mila firme contro l'abbattimento, il Comune fece marcia indietro. il ponte venne risanato e riaperto.  A cura di Luca Fregona. Foto: Archivio Alto Adige

Negli anni Ottanta però la struttura manifesta gli acciacchi del tempo anche in relazione all'aumentato carico del traffico che evidentemente non ha più l'intensità e la portata di quello degli primi decenni del secolo scorso e così per ragioni di sicurezza il vecchio ponte viene chiuso e il traffico deviato su un Bailey, ovvero una struttura in ferro prevalentemente usata dai militari, che avrebbe dovuto essere in esercizio “provvisoriamente” in attesa dei lavori di manutenzione straordinaria. In realtà, quella orribile e scricchiolante struttura in metallo resterà al suo posto per più di dieci anni mentre, come detto, in città infuriavano le ipotesi progettuali – alcune davvero fantasiose – e soprattutto i bolzanini si dividevano sul destino delle vecchie arcate di ponte Talvera. Va anche ricordato che proprio in quegli anni, parallelamente al destino del ponte, sul greto del torrente Talvera si stava realizzando l'ambizioso e lungimirante progetto dell'ingegner Michele Lettieri che, con i suoi studenti ed il sostegno operativo degli alpini del IV Corpo d'Armata, aveva immaginato quello che oggi è un prezioso ed insostituibile polmone verde per tutta la città qual sono i “prati del Talvera”.

Alla fine, anche grazie ad una sottoscrizione popolare che raggiunse quota ventitremila adesioni, prevalse il buonsenso e, messi a confronto i costi, l'amministrazione comunale dell'epoca optò per il risanamento delle vecchie arcate anziché la loro demolizione per far posto ad una ennesima colata di cemento per realizzare sei corsie per il traffico e altre due pedonali. E proprio pochi giorni fa il Comitato promotore di quella battaglia ha voluto ricordare il venticinquesimo anniversario di quella vittoria civile che consentì alla città di conservare un'opera architettonica pregiata e soprattutto di evitare l'assalto del traffico al centro storico.

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L'inaugurazione del restaurato ponte Talvera avviene così il 29 settembre del 1990 con un grande brindisi popolare alle cantine di Gries proprio nel giorno il cui il ponte festeggiava i suoi primi novant'anni. «L'interminabile calvario dello storico ponte che, quando era ancora in legno collegava il centro con le campagne che circondano Gries – scriveva 25 anni fa il collega Giancarlo Ansaloni – iniziò di fatto il primo dicembre del 1977 con la chiusura al traffico decretata dall'allora sindaco Giancarlo Bolognini, essendo stato accertato il pericolo di crollo. Ma la decisione era stata preceduta nel 1975 da un tentativo di appalto (andato deserto) per una prima manutenzione e poi nell'ottobre del 1976 si era deciso di ridurre il limite dei carichi per arrivare alla chiusura a fine 1977 e la contestuale apertura di un concorso di idee. Chiuso il transito con deviazione totale su ponte Druso, il 13 dicembre del 1977 inizia l'operazione Bailey e così dal 10 al 27 gennaio del 1978 i militari del Genio completano il lavoro e un mese dopo i due manufatti “provvisori” vengono collaudati.

L'11 luglio 1978 il consiglio comunale approva il bando per una costruzione ex novo e il 24 aprile del 1980, esaminati i progetti, l'apposita commissione dichiara vincitore quello presentato dall'architetto Micheli e dall'ingegner Zorzi. Il 26 giugno successivo tuttavia il Comitato tecnico provinciale esprime parere contrario e la Provincia allora annulla la delibera del consiglio comunale che avrebbe dato il via libera al progetto. Nel maggio del 1981 i due vincitori vengono incaricati di elaborare un nuovo progetto insieme al progettista germanico Bernard Schelfer: ne escono due ponti stradali ed uno pedonale.

Ma, mentre i ponti stradali “passano”, quello pedonale viene bocciato così nel marzo del 1984 tutto decade. Nel frattempo nel 1982 era incominciata la protesta della popolazione che si fa sempre più massiccia. Nasce anche il Comitato per la difesa del vecchio manufatto in ferro e si fa strada la proposta per un suo radicale risanamento. Con una raccolta di 23mila firme i cittadini si dichiarano a favore del salvataggio del vecchio ponte. Grazie infine ad una serie di ricorsi al Consiglio di Stato che danno torto a Comune e Provincia cade il contratto con l'impresa appaltatrice e nel 1988 le ultime decisioni: si alla ristrutturazione da parte del consiglio comunale e nel dicembre anche da parte del commissario straordinario del Comune Giovanni Salghetti e l'atteso via alla gara d'appalto vinta dall'impresa Sialc che inizia finalmente i lavori”. Una ricostruzione minuziosa quella del collega Ansaloni che dà tutta la misura della complessità dell'iter resosi necessario per salvare quello storico ponte. Ma quel che conta sono i risultati e , anche se dopo aver perso una decina d'anni, la città il 29 settembre del 1990 ha potuto riappropriarsi del “suo” ponte e di un pezzo della sua storia.













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