BOLZANO

Bolzano, sorpreso a rubare in casa: in manette Belhiba Wael

Svariati precedenti analoghi a suo carico: aveva rubato due pistole in una casa di Rencio


di Alan Conti


BOLZANO. La polizia di Bolzano ha messo ancora una volta le manette ai polsi di Wael Belhiba, cittadino tunisino di 23 anni specialista nei furti in appartamento.

Ruba e nasconde due pistole per preparare una rapina Arrestato a Bolzano giovane tunisino. Il furto a Rencio

Grazie ad un'operazione ben coordinata ieri sera (venerdì 17 febbraio) da Maria Chiara Bacca e Francesco Capristo la squadra volante della questura di Bolzano lo ha fermato ed arrestato in flagranza come responsabile di un colpo a Gries nella zona di via Fago. Decisiva la segnalazione di un cittadino di 22 anni che ha notato alcuni movimenti sospetti vicino al suo condominio. Nel dettaglio si è accorto delle luci provenienti da un alloggio: lampi di torce nel buio. Il suo acume è stato fondamentale. Si trattava proprio di Belhiba intento a riempire un borsone con degli oggetti in modo frettoloso. I poliziotti lo hanno circondato e bloccato schivando i pugni e i calci del tunisino mentre cercava una via di fuga. Addosso aveva ori, gioielli, monili e banconote requisiti durante una successiva perquisizione. Nel borsone, invece, ecco stivati diversi oggetti tecnologici, profumi e portafogli. Tutto materiale appena rubato in un appartamento. Ancora una volta in appartamento. Già perché Belhiba, originario della città della costa meridionale tunisina Zarzis e senza fissa dimora a Bolzano, è piuttosto noto alle forze dell'ordine per alcuni analoghi precedenti.

Il 14 settembre 2015, infatti, fu protagonista di un furto in un'abitazione a Rencio da dove rubò anche due pistole. Si trattava di una semiautomatica Springfield modello 1911 A1 calibro 4,5 Hp e una scacciacani Springfield calibro 7,65 con regolare tappo rosso. Assieme a questa si intascò anche 20 euro in contanti ed un caricabatterie. Le impronte lasciate sulla finestra, però, lo incastrarono e un mese dopo, il 10 ottobre 2015, la polizia pubblicò la nota del suo arresto. Senza permesso di soggiorno era stato fermato in via Parma per furto aggravato e porto abusivo di armi. Le due pistole, in realtà, le aveva nascoste una nella zona dell'areale ferroviario e l'altra sotto ponte Talvera. Secondo gli inquirenti avrebbe voluto usarle per alcuni colpi successivi. Qualche mese dopo il giudice Walter Pelino lo condannò ad una pena di due anni di reclusione (Belhiba ne contava già una di tre mesi per resistenza con la condizionale) con le attenuanti generiche. Il ragazzo tunisino, infatti, avrebbe agito a Rencio sotto l'effetto psicofarmaci nascondendo poi le pistole perché non sapeva che farsene in una sorta di attacco di panico. Per lui obbligo di firma in questura.

Il 18 gennaio 2016, però, ecco che Belhiba viene arrestato nuovamente assieme al connazionale ventiquattrenne Ahmed Mokdad per un tentato furto risalente all'agosto 2015. Ancora prima del colpo delle pistole. Wael Mokdad, infatti, avrebbero infranto una finestra di un'abitazione di via Cavour salvo scappare prima di entrare per l'arrivo inaspettato di una pattuglia. Le impronte digitali, prelevate per il colpo di via Rencio, lo identificarono come responsabile. All'arrivo dei poliziotti, però, Belhiba si barricò in casa in via Parma con l'aiuto di una donna (poi accusata di favoreggiamento). Solo con l'aiuto dell'autoscala dei vigili del fuoco i poliziotti riuscirono a catturarlo. Fino al nuovo colpo di Gries che lo vede, ancora una volta, protagonista.













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