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Bolzano, tetti verdi anti-calore sui palazzi del Comune 

Via libera della giunta al progetto di copertura: si parte dagli uffici di via Lancia In Zona due gradi in più di temperatura. L’assessora Rabini: «Poi passeremo alle scuole» 


paolo campostrini


BOLZANO. E se la Zona, quella industriale, diventasse zona verde? Non per i divieti, ma per l’aria? Intanto quello che ha di certo sono le «isole di calore».

Significano una sola cosa: in tutti i suoi quadranti, da nord a sud, chi vive e lavora in Zona lo fa con almeno due gradi in più di temperatura. Per non parlare dell’inquinamento. I colpevoli? Il cemento, l’assenza di verde e la viabilità.

Per adesso è stata presa una decisione almeno sul calore. La giunta comunale ha dato il via libera ai tecnici dei Lavori pubblici perché costruiscano un tetto anti-sole. Il primo. Poi ne seguiranno almeno altri quattro.

Si tratta dell’edificio comunale tra via Lancia e via Galilei, che ospita, tra l’altro, gli uffici della Seab.

I fondi li offre l’Europa nell’ambito del progetto Just Nature. Che succederà in questo inizio dell’offensiva per tirar fuori la Zona dal suo destino di luogo poco vivibile in termini di qualità dell’aria e, anche, della vita, ora che si va riempiendo di iniziative non solo industriali?

«Un terzo del tetto sarà a verde», anticipa l’assessora all’Ambiente Chiara Rabini, «Un altro terzo sarà destinato ad energie rinnovabili, leggasi fotovoltaico. L’altro terzo Seab lo sta già utilizzando in questa veste».

Si parte con un finanziamento di circa 110mila euro. Poi a seguire altri edifici pubblici, scolastici o di altra natura: almeno altri quattro.

Si chiama, questa riqualificazione virtuosa e a basso costo, «tetto ad alta biodiversità». È il futuro, in sostanza. Ma, nel mentre, emerge un’altra notizia. Anzi due. La prima è che l’energia così prodotta da questa piccola centrale energetica sostenibile, andrà ad immettersi nella rete del teleriscaldamento. L’altra, più generale, è che la medesima rete si estenderà in Zona. È proprio in quella specifica zona del distretto produttivo. Si sta dunque operando su vasta scala per dotare un quadrante fortemente condizionato da una produzione senza sosta, dalla densità insediativa e infine dalla quasi totale assenza di polmoni verdi in grado di contrastare l’inquinamento da traffico più o meno pesante, di una infrastrutturazione in grado di portare energia pulita e di produzione territoriale.

Capace, anche se nel suo piccolo (finora) di riequilibrare le fonti energetiche esterne e maggior impatto sull’ambiente.

Dunque la rete, oltre che estendersi nelle zone urbane abitate e allacciarsi in successione a decine e decine di condomini, può adesso proporsi come supporto alle stesse aziende.

Come, d’altronde farà a breve, sull’altro versante geografico, agganciandosi alle attività della zona ospedaliera. Altro settore fortemente energivoro. P.CA.

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