Braies: ricerca dell’Eurac sull’aria sotto una valanga

Quali effetti per il corpo umano dalla respirazione sotto la neve? Arruolati volontari per le prove: albergo e viaggio pagati


di Aldo De Pellegrin


BRAIES. Come e soprattutto cosa si respira, via via che trascorrono i minuti, sotto una valanga? A cosa va incontro man mano che trascorrono i minuti in attesa dei soccorsi e, anche avendo forze, spazi e lucidità sufficienti, come influisce questa respirazione forzata sul fisico e sugli organi di una persona e quale influenza ha anche il tipo di neve sulla "qualità" dell'aria che il travolto è costretto a respirare, ai fini della possibile sopravvivenza?

A tutte queste domande e verosimilmente a molte altre ancora più tecniche sta cercando di rispondere uno studio sperimentale avviato dall'Istituto di Medicina di emergenza per la Montagna dell'Eurac di Bolzano in collaborazione con l'Università medica di Innsbruck, l'Istituto svizzero per la ricerca sulla neve e le valanghe Slf di Davos nonchè dei corpi di soccorso alpino e di pronto soccorso o di elintervento attivi in Provincia di Bolzano per valutare l'influenza delle caratteristiche della neve sul respiro delle persone i cui risultati puntano a stabilire una relazione più chiara possibile sulle possibilità di sopravvivenza sotto una coltre nevosa in base alle diverse tipologie di neve e sulle progressive conseguenze della prolungata esposizione alla respirazione di aria rarefatta e filtrata dalla neve.

Tali dati saranno raccolti nel corso di tre sessioni di sperimentazione che avranno luogo in Alta Pustera, non molto distante dall' altopiano di Prato Piazza, nei primi tre mesi di quest'inverno, iniziando da questo mese di gennaio per proseguire poi in altri due appuntamenti previsti uno in febbraio ed uno in marzo.

A tale scopo, la pattuiglia dei ricercatori dell'Istituto di Medicina di emergenza in montagna dell'Eurac sottoporrà una serie di volontari, scelti fra frequentatori abituali della montagna e che hanno offerto la loro collaborazione e disponibilità, a dei test di respirazione, di natura relativamente semplice, che verranno ripetuti nel corso dei diversi appuntamenti pur richiedendo appena una mezz'ora di tempo per l'interessato o l'interessata e che ripeteranno nelle proecdure e nella tempistica un'analoga ricerca dell'Istituto datata ormai oltre dieci anni fa.

Nei volontari, che sono stati scelti in gran numero appunto per avere a disposizione una gamma di dati e di test che sia la più vasta possibile, saranno misurati loro alcuni parametri vitali in maniera non invasiva e fatti dei prelievi di sangue tipo stick glicemico dop che essi, in condizioni di normalità, avranno respirato dapprina la normale aria esterna ed in seguito, attraverso una maschera l'aria contenuta in una cavità scavata nella neve e creata artificialmente a simulare la "bolla d'aria" all'interno di una valanga.

Dall'esercizio, assolutamente facile e privo di rischi, in quanto ci sarà costante contatto visivo tra il ricercatore o il medico e il soggetto sottoposto al test, ma soprattutto dalle successive analisi della massa di dati sia soggettivi che oggettivi che si potranno raccogliere proprio grazie alla serie di test plurimi, alla loro successione temporale ed alle caratteristiche forzatamente diverse della neve nelle diverse giornate di si potranno avere delle nuove informazioni per migliorare l'efficienza nei vari interventi di soccorso su valanga a seconda delle diverse tipologie di neve in cui si andrà ad operare.













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