«Brennero non può diventare Idomeni»

Gli europarlamentari al valico: «L’Austria non ha motivo di erigere muri ma l’Italia deve presidiare i confini esterni»


di Massimiliano Bona


BRENNERO. Dieci centimetri di neve fresca hanno imbiancato il Brennero e tenuto lontano, ma solo per un giorno, i profughi provenienti dal Sud Italia, dalla rotta del Mediterraneo. Gli unici migranti che si sono visti - probabilmente una famiglia di siriani - sono stati scortati nell’indifferenza generale dalla gendarmeria austriaca nella palazzina a pochi metri dal confine italiano. Sono usciti da un pulmino e un cordone di agenti li ha protetti fino all’ingresso nell’edificio dell’ex dogana. Una delegazione di europarlamentari – di cui facevano parte il bavarese Martin Weber (presidente del Partito Popolare a Bruxelles), l’altoatesino Herbert Dorfmann, la capogruppo di Forza Italia Elisabetta Gardini, ma anche l’Obmann della Volkspartei Philipp Achammer, la deputata della Stella Alpina Renate Gebhard e l’assessora comunale di Brennero Dolores Oberhofer – è stata impegnata in un sopralluogo, prima al confine lungo la Statale e poi in autostrada (dove l’Austria sta costruendo la barriera per arrestare il flusso dei migranti) per capire a che punto sono i lavori che dovrebbero finire entro maggio.

Weber: «Barriere fuori luogo». Il più chiaro e netto è stato proprio il tedesco Weber che ha ribadito con forza la necessità di cambiare approccio al problema per evitare che il confine italo-austriaco si trasformi in una sorta di Lampedusa del Nord. «L'Italia - ha detto Weber - non va lasciata sola dall’Europa. Dobbiamo fare di tutto per intervenire in tempo utile ed evitare che al Brennero si crei una seconda Idomeni. Ognuno deve fare la sua parte. L'Italia è grande e più forte della Grecia. Deve controllare i suoi confini e registrare i migranti. L'Austria ha già fatto molto, ma al Brennero per il momento non si registrano flussi che possano in qualche modo giustificare una sospensione di Schengen. Bruxelles, invece, deve favorire l’applicazione del mandato delle Nazione unite contro gli scafisti», ha detto il presidente del Ppe. Gli ha fatto eco l’Obmann della Svp Philipp Achammer: «Chi parla di chiusura totale del Brennero sbaglia di grosso. Così come non bisogna far ricorso alla retorica e al populismo. Servono iniziative concrete e coordinate tra i diversi Stati. La situazione che si prospetta al confine non è facile da affrontare».

Gardini: «Più rigore sulle coste italiane». «Il tempo è breve - sottolinea Elisabetta Gardini di Forza Italia - perché l’Austria vuole partire con i controlli entro maggio. Bisogna trovare delle soluzioni a livello europeo. Tutti, però, devono rispettare le regole. L’Italia è in prima linea ma deve ricordarsi che se le frontiere interne devono essere aperte bisogna necessariamente rafforzare i controlli alle frontiere esterne. Ieri in Tv ho visto un servizio sulla Gran Bretagna che, si diceva, ha un muro naturale, ovvero il mare. Ebbene, anche noi abbiamo il mare, ma non riusciamo a controllare al meglio gli ingressi. Dobbiamo, invece, registrare le persone che entrano nel nostro Paese. Le regole ci sono per i cittadini europei e non vedo perché non debbano valere per chi viene nel nostro Paese. È giusto accogliere i rifugiati, ma non c’è spazio per tutti. Il Brennero non può trasformarsi in una Lampedusa del Nord».

Kompatscher: pronti per ogni situazione. «Le barriere non eliminano i problemi, ma li spostano. Siamo per un'Europa senza confini interni, capace di difendere i principi che hanno portato alla nascita dell’Ue»: questa è la posizione espressa ieri dal presidente altoatesino Arno Kompatscher, che poi aggiunge: «Continueremo a fare pressioni su Roma affinché proceda con la registrazione dei richiedenti asilo negli hotspot presenti sul territorio e li inserisca nel sistema di riparto nazionale tra tutte le Regioni. Noi, ovviamente, restiamo pronti a fare la nostra parte e ci stiamo preparando ad affrontare ogni tipo di situazione». Kompatscher ritiene che la decisione austriaca «rappresenti un passo indietro rispetto alla storia».

Il ministro Kurz: «Serve più rigore da parte dell’Italia». «Il libero passaggio dei rifugiati non risolve i problemi, ma li rende più grandi»: lo ha detto ieri il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, annunciando di «voler parlare con l'Italia» del problema al Brennero e «per chiedere che si ponga fine al libero passaggio dei rifugiati». Kurz si dice «felice che sia riuscita la chiusura della rotta balcanica» e aggiunge che «l’Italia ha bisogno adesso del sostegno dell’Unione europea» ma, aggiunge, «il governo di Roma non deve limitarsi a lasciar passare i rifugiati verso l'Europa centrale, altrimenti il problema peggiora».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità