Bressanone: ex parà in carrozzina prende il brevetto da sub: «Ho coronato un sogno»

La gioia di Alessandro Saggiorato, 38 anni, di Bressanone E' il primo disabile in regione a ottenere questo risultato



BRESSANONE. Alessandro Saggiorato, brissinese di 38 anni, ha coronato uno dei suoi più grandi sogni: diventare un sub. Per molti potrebbe sembrare una notizia come un'altra ma, a fare la differenza è il fatto che Saggiorato è costretto su una sedia a rotelle da molti anni.  E' la prima volta in regione che un disabile motorio raggiunge questo traguardo. «Sono sempre stato attratto dal mondo subacqueo - spiega Saggiorato - sono una persona curiosa ed essendo stato un ex sergente maggiore degli alpini paracadutisti, il senso dell'avventura non mi è mai mancato. Mi è capitato di notare i volantini della Bressanone Sub e mi sono interessato. Ho così fatto nuove amicizie che mi hanno fatto ulteriormente avvicinare a questo mondo. Nel 2004 ho cominciato a fare fisioterapia in acqua, unendo l'utile al dilettevole, ed innamorandomi di questo sport. Grazie al presidente Rudi Ruaz sono stato indirizzato a fare il mio primo brevetto da sub di primo grado e lo scorso anno ho voluto aumentare le mie capacità».  Saggiorato si è sottoposto al corso FipFas per diventare un sommozzatore di livello superiore che gli permette così di avere grande autonomia durante le immersioni. Se prima il brissinese doveva immergersi sott'acqua sempre accompagnato da un istruttore, ora non ce ne più bisogno: «Ora ho coronato uno dei miei più grandi sogni, poter andare sott'acqua con mia moglie Samantha. E' un'esperienza che tutti i disabili dovrebbero provare e proprio per questo voglio fungere da esempio per tutti coloro che vivono sulla sedia a rotelle. Tengo a ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini durante questa avventura, in particolare il presidente Rudi Ruaz».  A spiegare come Alessandro ha ottenuto il brevetto nonostante il grave handicap, è lo stesso presudente Ruaz: «Non potendo utilizzare le gambe, si spinge solamente con la forza di mani e braccia, facendo così una doppia fatica in quanto deve compensare la propulsione sott'acqua che per una persona invalida come lui è solo del 50%. Dopo quattri mesi di duro lavoro è riuscito a mettersi in pari con i suoi colleghi di corso, raggiungendo così gli stessi risultato di una persona normodotata. Grazie alla mancanza di gravità sott'acqua, Alessandro si sente più libero e motivato in quanto non sente il peso della gravità spingere sulla spina dorsale».

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