Bronzolo: non paga le bollette, condannato pensionato

Cinque mesi e 1.800 euro di multa per essersi rifiutato di pagare le bollette e per minacce a pubblico ufficiale



BRONZOLO. Un pensionato è stato condannato a 5 mesi con i benefici di legge e a 1.800 euro di multa, più le spese legali, per essersi rifiutato di pagare alcune bollette dell'acqua (che riteneva illegittime) e per violenza e minacce a pubblico ufficiale. Per Alessandro Bertinazzo, sindaco di Bronzolo all'epoca, «per certi versi è una vittima», mentre per l'attuale primo cittadino Zito «si è incaponito troppo». «Il contenzioso con il Comune di Bronzolo - ricorda l'ex sindaco e attuale consigliere comunale Alessandro Bertinazzo - nacque perché si rifiutò di pagare l'Iva sull'acqua potabile, che riteneva illegittima, mentre dalla tariffa dovuta per lo smaltimento delle acque reflue aveva sottratto la quota-parte dovuta per la depurazione, in quanto l'impianto di Bronzolo era ancora in costruzione e lui la riteneva pertanto non dovuta. Anche se sono passati 4 anni ricordo ancora l'importo della cartella esattoriale: 580 euro di arretrati. Gli fu sospesa per un certo periodo anche l'erogazione dell'acqua. Poi, per far valere - in modo arbitrario - le sue ragioni, parcheggiò l'auto sopra il tubo che l'operaio incaricato dal Comune avrebbe dovuto tagliare e da lì sono iniziati i suoi problemi con la giustizia. Il nostro intento, come Comune, era unicamente quello di separare la sua utenza da quella di alcuni suoi familiari, che invece pagavano regolarmente le bollette. La legge va sempre rispettata, ma per certi versi considero questo pensionato una vittima della macchina amministrativa». L'8 febbraio di 4 anni fa il giudice decise di dare attuazione all'ordinanza del sindaco che aveva disposto l'interruzione della fornitura d'acqua. L'uomo, per nulla d'accordo, parcheggiò l'auto su una strada pubblica a lato di via Nazionale, dove gli operai avrebbero dovuto scavare per dare esecuzione al provvedimento. Così facendo bloccò, di fatto, i lavori. A suo giudizio le forze dell'ordine non avrebbero potuto contestargli nulla, perché - tecnicamente - non parcheggiava l'auto, ma semplicemente sostava. Di fatto andava avanti e indietro impedendo agli operai di scavare. Dopo alcuni tentativi di risolvere pacificamente la questione l'auto gli è stata portata via dal carro attrezzi e gli sono state fatte due contravvenzioni, una delle quali per divieto di sosta. Il pensionato, infastidito, ha cercato di far valere arbitrariamente le sue ragioni spintonando e facendo finire a terra un maresciallo dei carabinieri. In quell'occasione è stato arrestato. Successivamente il pensionato ha deciso di ricorrere contro entrambe le contravvenzioni e il giudice di pace di Egna ha annullato uno dei due verbali. L'avvocatura dello Stato ha fatto appello e l'ha vinto: il pensionato è stato condannato a pagare 1.400 euro (la contravvenzione era di 74 euro). Nell'ambito del procedimento penale per violenza e minacce a pubblico ufficiale è stato condannato invece a 5 mesi, mentre per le lesioni al maresciallo dei carabinieri è stato condannato dal giudice di pace di Egna al pagamento di 400 euro di multa. «Di fondo - commenta il sindaco Benedetto Zito - c'è stato un problema di interpretazione sulla natura della tariffa. Il torto del nostro concittadino, che tra l'altro ha una splendida famiglia, stimata da tutti, è stato quello di incaponirsi su una questione per la quale la legge gli dava torto». Alessandro Bertinazzo, primo cittadino all'epoca, ritiene che non tutti abbiano pagato, per questioni analoghe, in ugual misura. «Penso ad un'azienda del posto, i cui proprietari hanno preferito dichiarare fallimento e lasciare un debito per la fornitura d'acqua di oltre 5 mila euro. Quei soldi, poi, hanno dovuto pagarli tutti i cittadini». «Il contenzioso con il Comune di Bronzolo - ricorda l'ex sindaco e attuale consigliere comunale Alessandro Bertinazzo - nacque perché si rifiutò di pagare l'Iva sull'acqua potabile, che riteneva illegittima, mentre dalla tariffa dovuta per lo smaltimento delle acque reflue aveva sottratto la quota-parte dovuta per la depurazione, in quanto l'impianto di Bronzolo era ancora in costruzione e lui la riteneva pertanto non dovuta. Anche se sono passati 4 anni ricordo ancora l'importo della cartella esattoriale: 580 euro di arretrati. Gli fu sospesa per un certo periodo anche l'erogazione dell'acqua. Poi, per far valere - in modo arbitrario - le sue ragioni, parcheggiò l'auto sopra il tubo che l'operaio incaricato dal Comune avrebbe dovuto tagliare e da lì sono iniziati i suoi problemi con la giustizia. Il nostro intento, come Comune, era unicamente quello di separare la sua utenza da quella di alcuni suoi familiari, che invece pagavano regolarmente le bollette. La legge va sempre rispettata, ma per certi versi considero questo pensionato una vittima della macchina amministrativa». L'8 febbraio di 4 anni fa il giudice decise di dare attuazione all'ordinanza del sindaco che aveva disposto l'interruzione della fornitura d'acqua. L'uomo, per nulla d'accordo, parcheggiò l'auto su una strada pubblica a lato di via Nazionale, dove gli operai avrebbero dovuto scavare per dare esecuzione al provvedimento. Così facendo bloccò, di fatto, i lavori. A suo giudizio le forze dell'ordine non avrebbero potuto contestargli nulla, perché - tecnicamente - non parcheggiava l'auto, ma semplicemente sostava. Di fatto andava avanti e indietro impedendo agli operai di scavare. Dopo alcuni tentativi di risolvere pacificamente la questione l'auto gli è stata portata via dal carro attrezzi e gli sono state fatte due contravvenzioni, una delle quali per divieto di sosta. Il pensionato, infastidito, ha cercato di far valere arbitrariamente le sue ragioni spintonando e facendo finire a terra un maresciallo dei carabinieri. In quell'occasione è stato arrestato. Successivamente il pensionato ha deciso di ricorrere contro entrambe le contravvenzioni e il giudice di pace di Egna ha annullato uno dei due verbali. L'avvocatura dello Stato ha fatto appello e l'ha vinto: il pensionato è stato condannato a pagare 1.400 euro (la contravvenzione era di 74 euro). Nell'ambito del procedimento penale per violenza e minacce a pubblico ufficiale è stato condannato invece a 5 mesi, mentre per le lesioni al maresciallo dei carabinieri è stato condannato dal giudice di pace di Egna al pagamento di 400 euro di multa. «Di fondo - commenta il sindaco Benedetto Zito - c'è stato un problema di interpretazione sulla natura della tariffa. Il torto del nostro concittadino, che tra l'altro ha una splendida famiglia, stimata da tutti, è stato quello di incaponirsi su una questione per la quale la legge gli dava torto». Alessandro Bertinazzo, primo cittadino all'epoca, ritiene che non tutti abbiano pagato, per questioni analoghe, in ugual misura. «Penso ad un'azienda del posto, i cui proprietari hanno preferito dichiarare fallimento e lasciare un debito per la fornitura d'acqua di oltre 5 mila euro. Quei soldi, poi, hanno dovuto pagarli tutti i cittadini».

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