Bunker a Parcines, il sogno del privato è di farne un’osteria

Giacomino Gelsomino, pensionato, lo ha ristrutturato «Il Comune non mi permette di agganciarmi alla rete idrica»


di Ezio Danieli


PARCINES. Giacomino Gelsomino è un pensionato. Con la moglie gestisce la rivendita dei giornali alla stazione ferroviaria.

È un appassionato di storia e quindi non c’è da meravigliarsi se ha acquistato anni fa un bunker a Tel, frazione di Parcines.

In poco meno di un anno lo ha messo apposto realizzando una tettoia che lo protegge dalle intemperie. Ora, però, vorrebbe farne un Buschenschang (un’osteria), ma sta incontrando qualche difficoltà.

Andiamo con ordine per raccontare la storia di questo bunker che si trova all’inizio della strada che porta ai Quadrati di Tel.

Venne costruito per fermare i nazisti che provenivano da nord e faceva parte del sistema di gallerie che venne scavato nella montagna senza che gli abitanti delle valli ne fossero a conoscenza. Nel 1941 Mussolini firmò il patto, passato alla Storia con il nome di Asse Roma- Berlino.

Negli anni passati nel bunker di Tel, che era diventato il deposito di fuochi artificiali, un’esplosione causò una vittima. Da allora il bunker venne abbandonato. Passato dall’Esercito alla Provincia e successivamente messo all’asta. È qui che entra in scena Giacomino Gelsomino che, appassionato di storia, partecipa all’asta per acquisire particolare manufatto storico.

«Ho speso quasi 55 mila euro ma alla fine ho soddisfatto la mia passione». Ma l’accesso del bunker necessitava di un intervento di miglioria . Il pensionato ottiene tutti i permessi necessari e nel novembre dello scorso anno inizia i lavori per la copertura dell’ingresso con una tettoia in legno. Alza anche un muro e crea quindi uno spazio in ingresso funzionale.

Il Comune di Parcines lo autorizza a collegarsi alla rete di energia elettrica tanto che ora, il bunker, diviso su due piani, è completamente visitabile. Offre interessanti scorci di come era stato concepito e realizzato. Le varie camerette destinate alle persone che dovevano proteggersi dentro quelle mura, le feritoie dalle quali si sarebbe dovuto sparare all’eventuale nemico, una scaletta che porta sul tetto dove c’è una pesantissima grata che, spostata per l’occasione, avrebbe dovuto servire ai soldati per fare fuoco. Insomma, il bunker è un condensato di storia che merita di essere conosciuto.

Ma c’è bisogno del necessario benestare per essere collegato almeno alla rete idrica. Il Comune di Parcines su questo fronte non ne vuole sapere. Teme le reazioni dei ristoratori che hanno gli esercizi poco più avanti nella zona dei Quadrati.

A Gelsomino resta quindi la speranza che a decidere sia la Provincia che sarà a breve interpellata. «Mi piacerebbe realizzare una sorta di osteria: il posto è indubbiamente bello, a pochi passi dalla linea ferroviaria della Venosta. Sarebbe l’occasione giusta per richiamare anche molti turisti che potrebbero fermarsi, bere qualcosa e poi visitare il bunker che è indubbiamente importante per conoscere meglio un periodo della nostra storia».













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