Burgraviato, indagine su chi beneficia degli aiuti sociali

La Comunità vuol evitare che ci sia chi incassa il sostegno e non cerca lavoro o rifiuta posti non abbastanza redditizi


di Giuseppe Rossi


MERANO. A forza di ricevere regolarmente, di fatto ogni mese, un sostegno economico pubblico per pagare affitto, spese condominiali o più semplicemente per far raggiungere il minimo vitale, non è che le famiglie entrano nel tunnel della dipendenza da aiuto sociale?

A farsi questa inusuale domanda non sono imprenditori oppure rappresentanti di quella politica che sempre più spesso si schiera contro l'aiuto al diverso o allo straniero, ma proprio quell'organismo che sul territorio del Burgraviato quell'aiuto oggi lo fornisce.

Nel corso dell'ultima seduta, la giunta comprensoriale guidata dal sindaco di Scena Alois Kröll ha approvato la delibera con la quale viene incaricata la ditta Apollis snc di Bolzano di effettuare un’indagine tra i fruitori dell'assistenza economica di base del Burgraviato. Obiettivo, si legge nelle premesse della delibera, "è quello di capire se in questi anni di continuo aumento dei sostegni erogati si siano create delle dipendenze da sostegno pubblico".

La ditta Apollis, che per l'indagine percepirà un compenso di 15.800 euro al netto dell’iva, dovrà fornire anche ricette per trovare delle contromisure se questa forma di dipendenza sarà effettivamente rilevata.

Va ricordato che il Burgraviato nel bilancio di previsione 2016 ha inserito 13,77 milioni di euro, buona parte dei quali destinati a coprire le richieste di sussidio casa, integrazione al minimo vitale, copertura delle spese condominiali e altro ancora. Una cifra esplosa nel corso degli ultimi anni e la cui ascesa sembra inarrestabile.

Ci si può ammalare di dipendenza da assistenza economica? Senza dubbio sì, almeno per qualcuno dei responsabili del settore sociale del Burgraviato guidato dal capo ripartizione Florian Prinoth, che proprio per questo ha dato parere favorevole all'avvio dell'indagine.

Chi si ammala di aiuto pubblico rischia infatti di non mettersi più alla ricerca di un posto di lavoro o di accettare incarichi solamente di un certo tipo o solo ben pagati, perché altrimenti andrebbe in fumo il sostegno che si ottiene in cambio di non far nulla o peggio ancora in cambio di un lavoro in nero da non dichiarare e pertanto da non far rientrare nella dichiarazione che annualmente deve essere presentata all'ufficio assistenza economica di base per ottenere il rinnovo del sussidio.

I furbetti dell'aiuto pubblico garantito sono avvisati: la società Apollis avrà tempo qualche mese per portare a termine l'indagine e poi presentare i propri risultati alla giunta comprensoriale. Che attende di conoscere eventuali risultati “collaterali” dell’erogazione di quei fondi, risultati al di là della copertura di bisogni immediati e/o urgenti e che evidentemente non potrebbero essere considerati positivi se davvero confermassero i timori di una più o meno diffusa “dipendenza da aiuto sociale”.

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