Cambia vita a 50 anni, diventa medico dopo la morte del padre 

La metamorfosi. Oggi è Guardia medica al San Maurizio e il nuovo segretario “Cisl medici”


antonella mattioli


Bolzano. Nella prima vita è stato pianista, musicologo, coordinatore di corsi di laurea di primo e secondo livello, scrittore; nella seconda è diventato medico. si è iscritto a medicina a 43 anni, la laurea a 50. oggi giuseppe buzzanca, 54 anni originario di bari, dopo aver lavorando per poco meno di un anno come medico di famiglia a nova ponente, sta facendo la specializzazione in medicina generale all’ospedale di bolzano. di pochi giorni fa la nomina a segretario provinciale della cisl medici. ieri lo abbiamo incontrato nell’ambulatorio della guardia medica del san maurizio, perché la sua storia è la dimostrazione che, se ci sono entusiasmo e passione, non è mai troppo tardi per cambiare vita e realizzare i propri sogni.

Quando nasce la decisione di lasciare la carriera di docente di musica, per indossare il camice bianco?

Tutto è nato per caso: nel 2002 ero rientrato in Italia, dopo un periodo negli Stati Uniti, dove come professore ospite avevo insegnato Musica e intelligenza artificiale ad Harvard. In ricordo della mia prima vita nel portafoglio mi piace conservare il tesserino di riconoscimento dell’Università. Al mio ritorno a Giovanni, mio padre, hanno diagnosticato un cancro ai polmoni. Tutto è iniziato lì: la malattia, che si sarebbe portato via mio padre tre anni dopo, ha stravolto quella che era stata la mia vita fino ad allora».

In quel momento che ha iniziato ad appassionarsi alla medicina.

All’inizio c’era innanzitutto la necessità di saperne di più della malattia, per cercare di aiutare mio padre. Mi sono messo in contatto con luminari a livello internazionale, per vedere se c’era la possibilità di inserirlo nei protocolli di cure sperimentali. È così che mi sono appassionato. E poi, forse, c’è qualcosa di più in quella che è stata la mia scelta di cambiare vita.

Cosa?

La speranza di riuscire a fare per gli altri, quello che non sono riuscito a fare per mio padre. Intendiamoci, capita ovviamente che neppure le terapie di ultima generazioni a volte riescano a compiere il “miracolo”, ciononostante il medico può fare molto per il paziente, regalandogli non illusioni - sarebbe sbagliato - ma un po’ di speranza. E per fare questo serve sempre un po’ di umanità. Quella che non ho visto nel medico che, ormai tanti anni fa, disse a mio padre senza giri di parole: “Lei ha tre mesi di vita”. Mio padre ha vissuto comunque altri tre anni, ma quella previsione, per fortuna sbagliata, era stata una mazzata.

Quanti anni aveva quando si è iscritto a Medicina, a Bari?

Quasi 43. I miei compagni di corso, ad eccezione di uno che era un mio coetaneo, ne avevano meno della metà.

Ma lei lavorava come docente di musica e intanto studiava?

Sì. Anche perché ho due figli e una moglie che insegna. Devo dire che lei mi ha sempre sostenuto nella mia scelta di cambiare vita, anche se è stata dura per tutti. Capitava spesso che andassi a letto alle tre di mattina, per studiare e preparare gli esami.

Almeno, vista l’età, avrà avuto per così dire un occhio di riguardo da parte dei docenti che se non erano suoi coetanei, poco ci mancava.

Si sbaglia. L’ho avuta più dura degli altri. Davo l’idea di colui che è fuori corso e si ripresenta mille volte agli esami. Invece, pur lavorando, mi sono laureato in Medicina in sette anni. A 50 anni».

In Alto Adige come è arrivato?

Il mio obiettivo iniziale non era l’Alto Adige in realtà. Volevo specializzarmi in Radiologia e ho vinto il concorso per la Clinica universitaria di Magdeburgo, all’avanguardia in questo campo. È stata un’esperienza stupenda: in Germania gli specializzandi sono praticamente subito operativi. Ogni giorno avevo una lista di pazienti e stilavo io il referto che poi però veniva esaminato dal direttore della Clinica.

Perché se n’è andato?

Motivi familiari. Una scelta difficile, ma non avevo alternative.

E dalla Germania è arrivato in Alto Adige.

Sono approdato a Nova Ponente, dove per meno di un anno ho fatto il medico di base. Un’esperienza interessante. Adesso lavoro presso il servizio di Guardia medica negli ambulatori di via Galilei e all’ospedale e faccio la specializzazione in Medicina generale.

Una curiosità: il tedesco dove lo ha studiato?

Ho imparato tedesco e francese da nonno Armando. Ero un bambino e per me era un gioco. Un modo per dirci cose che gli altri non avrebbero potuto capire.

Un barese come si trova in Alto Adige?

Bene. Anche se resta un po’ di rimpianto per non aver potuto concludere la specializzazione in Radiologia. A me e mia moglie piace la montagna. E poi diciamolo francamente: quale altro posto avrebbe offerto le possibilità che mi stanno dando qui, ad uno che si è laureato a 50 anni?

Con la grave carenza di medici a livello europeo non dovrebbero esserci problemi.

È vero, ma altrove sarebbe stato comunque più complicato.













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