Caos Imi, ancora non si sa come pagare

L’Agenzia delle Entrate non comunica il codice tributo. Se non arriva entro mercoledì la prima rata slitta a settembre


di Davide Pasquali


BOLZANO. Cari bolzanini, non affrettatevi a rivolgervi al Caf o al commercialista di fiducia, assillandoli per sapere quando come e quanto si debba pagare di Imi. E non andate neanche a informarvi all’ufficio tributi del Comune. Non possono aiutarvi. Perché? Semplice: il ministero delle Finanze non ha ancora comunicato i codici tributo della nuova imposta municipale sugli immobili da inserire nel modello F24. Tradotto, senza i codici non si può avviare l’iter di pagamento dell’Imi. Il problema è serissimo, tanto che il Consorzio dei Comuni ieri ha deliberato: se il codice tributo non arriva entro mercoledì si pretenderà dalla Provincia di far slittare il pagamento dell’acconto dal 16 di giugno al 30 di settembre. E il presidente del Consorzio Andreas Schatzer ha pregato il presidente della Provincia Arno Kompatscher di attivarsi subito a Roma. Si rischia di non incassare 180 milioni di euro. Al quel punto, più di qualche Comune sarebbe in panne per mesi: mancherebbe liquidità.

Nessun municipio, finora, ha deliberato se ritoccare al rialzo o al ribasso le aliquote della nuova imposta provinciale. La legge dice che hanno tempo fino al 30 di settembre. Si era orientati a incassare l’acconto di giugno applicando per il momento le aliquote base. A seconda della soddisfazione o insoddisfazione per il tributo incassato come acconto, si sarebbe poi agito al ribasso o al rialzo in previsione del saldo di dicembre. Un segnale di incertezza per contribuenti, Caf e commercialisti, ma nulla più.

Anche la mancanza del regolamento di attuazione della nuova imposta, in questi giorni in fase terminale di elaborazione da parte del Consorzio, è problema di second’ordine.

La questione dei codici, invece, è alquanto più seria. Trattandosi di una nuova imposta, su richiesta del Consorzio dei Comuni e della giunta provinciale il ministero delle Finanze avrebbe dovuto elaborare e comunicare i nuovi codici tributo per prima casa, seconda casa, attività produttive e così via. Finora non è successo, nonostante si tratti di pochi numerini. Di poche cifre l’uno. «Se non arrivano entro mercoledì, tecnicamente non riusciremo più a incassare la prima rata», taglia corto il presidente Schatzer. «In tal caso, come Consorzio abbiamo deliberato di chiedere alla Provincia di far slittare l’anticipo di giugno alla fine di settembre. Ma per natura sono ottimista. E poi Kompatscher mi ha rassicurato: telefonerà direttamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri...»

Presidenza del Consiglio che in quattro e quattr’otto ha imposto all’Agenzia delle entrate di comunicare il nuovo codice tributo dell’ormai celebre bonus fiscale. Insomma, per gli ottanta euro di Renzi ci si è mossi alla velocità della luce. Per i codici tributo dell’Imi altoatesina invece no. E non si tratta di un problema soltanto sudtirolese come potrebbe sembrare, perché i codici tributo devono essere disponibili in tutta Italia, nei software dei centri si assistenza fiscale, dei commercialisti, delle filiali delle banche dove ci si reca a saldare, dell’Agenzia delle Entrate che incassa. Il tutto perché ci sono numerose aziende di fuori provincia proprietarie di immobili in Alto Adige, per non parlare dello stuolo di milanesi e romani che possiedono seconde case in val Gardena o in val Badia. Anche loro devono poter pagare l’Imi.

Il tempo stringe non perché i tecnici comunali siano lenti nell’adeguarsi. In queste settimane hanno lavorato alacremente per agganciare alle prime case anche le pertinenze. Con l’Imu se ne poteva avere solo una, con l’Imi salgono a tre. Ma oltre a questo, in municipio sono fermi. E se i codici tributo non arriveranno per metà settimana prossima la macchina Imi si incepperà. Perché devono essere adeguati i software e a farlo sono grosse aziende operanti a livello nazionale. Poi si devono elaborare i modelli F24. Li generano i calcolatori del municipio, ma, per dire, a Bolzano città i contribuenti sono 48 mila. Il solo calcolo elettronico abbisogna di una intera giornata... Poi ci sono tre giorni lavorativi per permettere alle tipografie di stampare i modelli, più i giorni necessari alle Poste per recapitarli ai contribuenti...













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