Caos Svp, dalla base proteste sulla Lega 

Il percorso sulla giunta si complica, gruppi schierati contro Salvini o i Verdi Si studiano anche soluzioni-tampone: assessore esterno o giunta “etnica”


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Di giorno in giorno si complica sempre di più la marcia verso l’alleanza di giunta tra la Svp e la Lega. Nella Stella alpina tiene sempre banco il veto largamente condiviso a un patto con i Verdi, che porterebbe in giunta Riccardo Dello Sbarba all’interno di una alleanza di centrosinistra con il Pd (Sandro Repetto). Ma il probabile accordo con la Lega ha scatenato nella base del partito una reazione imponente di protesta. Imponente e imprevista in queste dimensioni. Si parla di una pioggia di mail e telefonate in arrivo nella sede del partito e a singoli esponenti. Scrivono elettori e funzionari locali. La minaccia, da quanto trapela, è di abbandonare il partito in caso di accordo con la Lega. La reazione della base va di pari passo con i dubbi o le contrarietà da parte di alcuni esponenti degli organismi dirigenti. Sarebbe soprattutto la reazione della base a preoccupare i vertici, tanto che in via Brennero si stanno studiando tutte le possibili alternative, anche spericolate. La battuta di arresto ridà speranze al Pd, che da giorni si appella alla Svp proponendo l’accordo filo europeo per una giunta con i Verdi e Repetto. Sono iniziati i contatti informali e nella partita il Pd punterebbe a coinvolgere anche il Team Köllensperger.

L’AGENDA. Dopo la Parteileitung di lunedì all’alba, a spoglio terminato, la Svp affronterà domani per la prima volta una discussione articolata sui risultati delle elezioni e la nuova coalizione: è convocata la direzione allargata al nuovo gruppo consiliare. Non usciranno decisioni sui partner: le trattative saranno lunghe. Il presidente Arno Kompatscher e l’Obmann Philipp Achammer riceveranno il mandato per iniziare i colloqui con tutti i partiti entrati in Consiglio. Sulla giunta è probabile che lo schema di gioco preveda un allargamento a nove, presidente compreso, rispetto agli otto attuali. Una mossa utile alla Svp per i propri equilibri interni, visto che gli assessori italiani questa volta saranno due.

I POSSIBILI PARTNER. Restano basse le quotazioni di una giunta con Pd e Verdi, che garantirebbe i quattro consiglieri necessari per la maggioranza a una Svp scesa a 15 eletti. Il Pd, in crisi e fuori dal governo nazionale, non è più un partner appetibile e si è ridotto a un solo eletto. Sui Verdi continua a pesare un veto quasi unanime negli organismi della Svp. Al momento non voterebbero questa soluzione neppure gli avversari della Lega. Ma i contatti tra vecchi alleati restano e nel Pd si è riaccesa una speranza. Come detto, si sta complicando la svolta a favore della Lega. Oltre all’ala sociale, da sempre contraria, si starebbero posizionando contro la Lega anche esponenti del mondo dei contadini. C’è una parte della Svp che semplicemente dice «abbiamo sempre detto no a un accordo con la destra e la Lega è un partito di destra». Altri guardano con orrore alla linea anti europeista della Lega e alla sua alleanza con i movimenti sovranisti. Altri ancora non gradiscono per nulla l’ «invasione» di campo leghista, che ha raccolto molti voti sudtirolesi: non saranno arrivati tutti da elettori delusi dei Freiheitlichen. Di Salvini osannato a Castelrotto si parla ancora ovunque. I «pro» dell’alleanza restano forti: l’omogeneità con la nuova giunta trentina, il dialogo con il governo nazionale e l’affinità su alcuni temi.

LE OPZIONI ALLO STUDIO. Ogni scelta netta rischia di fare perdere pezzi alla Svp. Per questo si stanno studiando soluzioni meno «politiche», che potrebbero garantire un atterraggio morbido. «Dobbiamo trovare un accordo che tenga unito il partito», si dice. Tra le ipotesi in discussione, una giunta «etnica», come nel 1973-1978: la Svp chiama in giunta due assessori italiani a titolo etnico, per rispettare lo Statuto, cui assegnare solo le competenze alla scuola e alla cultura italiana. Non si firma alcun accordo di coalizione. «Immagino che gli assessori “etnici” sarebbero quelli della Lega, quindi sarebbe semplicemente un accordo politico mascherato», dice Riccardo Dello Sbarba (Verdi). Altra ipotesi, alleanza senza Lega, con chiamata dall’esterno di uno o due assessori. Servirebbe però la votazione di due terzi del consiglio provinciale, l’ipotesi sembra debole. Nel Pd circola invece un altro scenario: se qualcuno dei sei eletti del Team Köllensperger (tutti sudtirolesi) dovesse rinunciare al seggio per motivi di lavoro, entrerebbe Francesca Schir, italiana, e allora la Svp potrebbe pensare a una alleanza con Pd e Team K. Paul Köllensperger dice: «Non faremo alcuna forzatura sugli eletti e alcun giochetto. Sarebbe bello avere Francesca in Consiglio. Quanto al Pd, non porrei veti a una discussione con loro. Ci si parla sui progetti».

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