Cardiologia di Merano: ricorso al tar

I due medici bocciati nel concorso contestano la Asl


Paolo Cagnan


MERANO. Pesante spada di Damocle sul reparto Cardiologia dell'ospedale di Merano: i dottori Peter Knoll e Andrea Erlicher hanno fatto ricorso al Tar contro la nomina del loro collega Rupert Paulmichl quale nuovo primario, chiedendo ai giudici amministrativi la sospensione del provvedimento.  L'obiettivo primario è comunque l'annullamento della delibera con cui l'Azienda sanitaria aveva conferito l'incarico a Paulmichl, lo scorso 23 dicembre. Una decisione annunciata, quella del ricorso per via amministrativa; ciò che sorprende è l'alleanza strategica tra i due cardiologi bocciati: prima concorrenti, ora uniti nella loro battaglia per il riconoscimento dei rispettivi meriti e diritti.  La questione ruota tutta attorno al verbale della commissione di esperti che, ancora nell'ottobre di due anni fa, aveva valutato curricola e caratteristiche dei tre medici che si erano presentati al concorso: Paulmichl, Knoll ed Erlicher, appunto. Lodati i curricola del secondo e del terzo, il giudizio su Paulmichl si era risolto in una netta stroncatura ("Attività scientifica limitata, pur con l'esperienza acquisita non ha raggiunto una completezza per essere primario"); eppure, tutti e tre i medici erano stati dichiarati idonei.  A distanza di oltre un anno, la scelta ampiamente annunciata: il direttore generale firma il contratto di Paulmichl, ben sapendo di esporsi ad eventuali ricorsi.  «La decisione - così recitava un comunicato - è stata presa di comune accordo tra la direzione generale e la direzione del Comprensorio sanitario di Merano. Per la nomina sono state decisive, oltre alla competenza specialistica - presupposto per ogni incarico - anche la grande competenza sociale e il talento organizzativo, che il dottor Paulmichl negli ultimi anni ha dimostrato nell'ambito della sua attività presso l'Ospedale di Merano».  Knoll ed Erlicher non ci stanno. A spingerli al ricorso al Tar (presentato con l'avvocato Daria de Pretis), spiegano, sono stati due punti fondamentali: «In primis, il desiderio di vedere discussi e giudicati i limiti di discrezionalità dell'amministrazione sanitaria nelle decisioni che coinvolgono direttamente l'attività professionale». Il secondo punto è incentrato sulla motivazione addotta nell'assegnazione dell'incarico: «Ci chiediamo - spiegano i due - come potremo motivare da qua in avanti i nostri giovani colleghi a costruire faticosamente un adeguato curriculum scientifico professionale, quando l'unica qualità per la quale verranno giudicati ai fini degli incarichi direttivi sarà quella delle capacità relazionali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità