Carenza di medici di base L’allarme dei sindacati

Lettera inviato all’assessora Martha Stocker e al Comprensorio sanitario «Non vediamo un ricambio adeguato, ricadute soprattutto sugli anziani»


di Simone Facchini


MERANO. Pensionati preoccupati per i pensionamenti. Non bastano le rassicurazioni dei rappresentanti dei medici, non bastano le rincuoranti informazioni diffuse dai responsabili zonali della sanità. Le organizzazioni sindacali dei pensionati non si fidano. E per tenere alta la guardia, cercando di guardare al di là delle soluzioni di contingenza, scrivono direttamente a Martha Stocker, assessore provinciale alla sanità, e a Irene Pechlaner, direttrice del Comprensorio sanitario. A loro è recapitata una lettera sottoscritta da Asgb Rentner, Cgil/Spi, Fnp Cisl e Uilp, in cui si esprime la «preoccupazione per la messa in quiescenza di diversi medici di base» e si sollecita il rafforzamento della loro pianta organica territoriale, pena «il peggioramento del servizio sanitario di base e il riversamento del fabbisogno di assistenza sanitaria da parte della cittadinanza sui pronto soccorso degli ospedali».

A Merano e dintorni, sostengono i sindacati, tra quelli che hanno smesso di praticare la professione alla fine dell'anno scorso e quelli che lasceranno il prossimo dicembre verranno a mancare tredici medici. Una cifra, per inciso, da filtrare con quanto recentemente precisato dal dottor Luigi Rubino (segretario provinciale della Fimmg, federazione dei medici di medicina generale) per il quale nessuno dei colleghi che dal 2018 potrebbero andare in pensione ha intenzione di lasciare l'incarico. Sia come sia, i sindacati sostengono di non intravedere «in tempi rapidi e ragionevoli» un ricambio adeguato. «Il pensionamento di questi medici – scrivono -, se non si rimedia con le dovute sostituzioni in tempi ristretti, non potrà che ricadere sui medici di base in attività e sugli ospedalieri, che dovranno sopperire ai vuoti con una loro attività sostitutiva e suppletiva. Sul piano del fabbisogno di cure, i primi a risentirne saranno gli anziani e in particolar modo quella parte della cittadinanza della terza età sofferente da patologie croniche che più frequentemente ricorre all'assistenza medica».

Le organizzazioni sindacali asseriscono di aver sempre considerato la rete dell'assistenza sanitaria territoriale di base il fulcro intorno al quale rotea il servizio sanitario pubblico provinciale, anzi, «abbiamo sempre sostenuto il potenziamento dei medici di base non solo chiedendone l'aumento in modo capillare e decentrato in tutta la provincia, ma soprattutto allargandone l'attività professionale con una loro attività ben definita negli ambulatori dei distretti sanitari». Le agevolazioni per il riconoscimento del bilinguismo per accedere al concorso pubblico rivolto neolaureati non basterebbero: «Rimane aperto per i giovani che non hanno sufficienti mezzi di sostentamento individuali e familiari, il problema del periodo di formazione tirocinante in cui non sono in grado di autofinanziarsi», aggiungono i sindati che vanno in pressing su giunta provinciale e Asl, domandando di predisporre borse di studio aggiuntive per il corso di formazione specifica e incentivi economici a sostegno di quei giovani meno abbienti orientati alla iscrizione alle facoltà di medicina generale. «Si corre il rischio di una progressiva carenza di medici di medicina generale. Una situazione che nel Burgraviato sarebbe già realtà, basta vedere gli incarichi temporanei e a tempo determinato».

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