Carispa, 150 esuberi «Silurati» i vertici

Il Cda della banca congeda il direttore generale Schedl e il vice Brillo Il presidente Brandstätter: tranche di prepensionamenti, non si licenzia


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Terremoto alla Cassa di Risparmio di Bolzano. Il consiglio di amministrazione ha deciso di chiudere il rapporto di lavoro con il direttore generale Peter Schedl e il vice direttore Andrea Brillo. Ed è in arrivo la dichiarazione di 150 esuberi. Il presidente Gerhard Brandstätter tranquillizza il personale: «Non ci saranno licenziamenti. Seguiremo la strada dei pre pensionamenti e ci saranno 50 nuovi posti di lavoro». È iniziata la cura Brandstätter. Sei mesi fa si è insediato il nuovo consiglio di amministrazione della Sparkasse, presieduto da Gerhard Brandstätter con vice Carlo Costa. La Cassa di Risparmio attraversa una fase di difficoltà. L’ultimo bilancio semestrale è stato presentato con una perdita di 58,5 milioni di euro che, ricorda Brandstätter, «sono stati accantonati per risolvere il problema del peso dei crediti deteriorati, che colpisce il nostro istituto come molti nel resto del mondo, e che ci vede molto esposti con il mondo dell’economia e dell’edilizia». Il nuovo Cda si è insediato con la consapevolezza che la Cassa di Risparmio dovrà attraversare una fase di ristrutturazione. «Ma vogliamo decidere sulla base di riscontri e non di sensazioni», chiarisce Brandstätter. Ecco allora la decisione di elaborare un nuovo piano strategico (con la consulenza della McKinsey) e la riorganizzazione interna (consulenza Axteria). I piani verranno presentati a metà novembre, ma la decisione di congedare il top management è già stata presa, «sulle basi delle prime risultanze delle analisi», spiega Brandstätter, così come la procedura per i prepensionamenti e la decisione di avviare un aumento di capitale di 100-150 milioni. Anticipa Costa: «La Cassa di risparmio deve ripartire bene. È necessario per l’istituto e per l’economia locale».

Gli esuberi. La decisione di dichiarare una tranche di esuberi è clamorosa per un istituto di credito radicato nel territorio come la Cassa di Risparmio. Attualmente i dipendenti in Alto Adige e nelle altre regioni sono circa 1400. Brandstätter anticipa così le riflessioni avviate nel consiglio di amministrazione. «Il piano strategico comporterà un contenimento dei costi a 360 gradi. La spending review è all’ordine del giorno del governo nazionale e provinciale, dalla sanità al mondo bancario che non può esserne esente. Nel contenimento dei costi è prevista anche una iniziativa sul personale». Si parla di circa il 10% dei dipendenti. Con un processo che potrà durare fino a tre o quattro anni, la Cassa di Risparmio accompagnerà al prepensionamento 150 dipendenti con i requisiti. Verrà inserito nel bilancio un fondo di solidarietà specifico. Brandstätter anticipa che non ci saranno solo uscite: «Prevediamo di creare 50 nuovi posti di lavoro». E ribadisce: «Non esiste alcuna ipotesi di licenziamento».

Saltano i top manager. Nella sua ultima seduta il consiglio di amministrazione ha tirato i fili di una crisi interna al management che trapelava da mesi. «La ripartenza della Cassa di Risparmio dovrà essere accompagnata da un rinnovo ai vertici», riassume Brandstätter. Così la decisione: interrompere il rapporto di lavoro con il direttore generale Peter Schedl, in carica da cinque anni, e il vice Andrea Brillo. La rimozione è stata comunicata ai due manager venerdì pomeriggio e subito dopo si è tenuta la comunicazione ai dirigenti. «La procedura è in corso», ripete Brandstätter, «e prevede cinque giorni». Contestualmente all’interruzione del rapporto di lavoro il Cda ha deciso di affidare l’interim della direzione al vice direttore Richard Maria Seebacher (oggi direzione Crediti) e a Stefano Ortolano (direzione Corporate Banking).La nuova direzione verrà scelta in tempi ravvicinati. «In novanta giorni contiamo di definire il nuovo assetto dei vertici», anticipa Brandstätter.

L’aumento di capitale. Il consiglio di amministrazione punta a un aumento di capitale che potrà oscillare tra i 100 e i 150 milioni di euro. «L’obiettivo è rinforzare patrimonialmente la Cassa di Risparmio», riassume Costa.

Le criticità. Tra le ombre affrontate negli ultimi anni dalla Cassa di Risparmio c’è la vicenda del Fondo Dolomit. Come ricordava di recente Walther Andreaus, direttore del Ctcu, «Il fondo Dolomit valeva all'epoca 100 milioni di investimento, dei quali trenta sono andati persi, e coinvolgeva circa 4 mila investitori». Nel novembre del 2013 si è conclusa l'offerta pubblica di scambio concernente il fondo immobiliare chiuso Dolomit. Il 98,67% dei clienti Dolomit ha aderito all'offerta, scambiando le loro quote Dolomit con un'obbligazione «Zero Coupon». «A difesa va detto che altri fondi immobiliari hanno accumulato perdite fino al 70%», sottolinea Brandstätter, che conclude, «La banca riparte con impegno, convinzione e fiducia di rimanere una infrastruttura portante dell’economia e società altoatesina come lo è stata fino ad oggi».

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