Casanova, in 300 alla “prima” fermata

Un collegamento all’ora da e per il Centro. Il viaggio dura solo sette minuti. Il Comune: bene ma si può fare di più


di Davide Pasquali


BOLZANO. È la festosa inaugurazione domenicale della nuova fermata dei treni a Casanova, con almeno trecento residenti accorsi.C’è chi è venuto a studiarsi per bene gli orari.E c’è chi è venuto in bici, a fare una prova per vedere quanto ci si impiega da casa sua, in via Resia.

E c’è chi loda le robuste rastrelliere delle biciclette, ché finalmente hanno investito un po’ acquistandone di serie, speriamo utili per non farsi rubare il velocipede. E c’è chi è venuto per godersi il panorama sui meleti dall’alto dei binari, con questo magnifico sole al tramonto. E c’è chi commenta la presenza di telecamere ai binari, ché chissà come mai qui la Provincia riesce a installarle e in Centro, dove servirebbero per la sicurezza, il municipio non lo fa.

E c’è chi è felice perché, finalmente, nelle ore di punta non dovrà più impiegare trenta o quaranta minuti per arrivare in Centro col bus sovraffollato.

E c’è chi ora si è tranquillizzato, perché al pomeriggio i figli vanno a lezione di musica e danza o a praticare qualche sport in città e adesso potranno arrivarci in treno senza rischiare per la strada. E c’è chi è venuto perché finalmente a Casanova succede qualcosa.

E c’è chi è venuto anche soltanto per il quintetto di fiati, il pandoro e il vin brulé. E c’è chi è venuto per criticare, ma poi, a posteriori, si è dovuto ricredere, ché la stazione è proprio ben riuscita e sono riusciti a costruirla in soli otto mesi spendendo non tantissimo, un milioncino di euro. E c’è chi è venuto a vedere se, dopo la giornata delle porte aperte organizzata una settimana prima delle elezioni, l’assessore provinciale alla Mobilità Thomas Widmann sarebbe ritornato anche a dicembre, e non rimane stupito nel non trovarlo.

C’è chi rimane deluso per l’assenza del sindaco (pare impegnato altrove) e c’è chi dice: almeno avrebbero potuto mandarci il vice. Ci sono però i rappresentanti della Provincia, della Strutture trasporto Alto Adige responsabile di progetto assieme alle due ditte trentine che hanno costruito, nonché i rappresentanti di Rete ferroviaria italiana, del Comune e della Circoscrizione Don Bosco.

E ci sono ovviamente i parroci di don Bosco, che benedicono la fermata: assieme, l’italiano e il tedesco. Come italiano e tedesco è il popolo accorso, mischiato senza distinzioni di sorta. E c’è chi sale a vedere l’arrivo e la ripartenza del primo treno di sempre a Casanova, da cui a dirla tutta ci si aspettava di vedere scendere qualche autorità. E c’è chi passeggia sulla banchina con la figlia per andare a guardare dall’alto il suo condominio di Casanova.

E c’è il comandante dei vigili urbani Sergio Ronchetti, qui anche per riposarsi un poco dalla faticosa giornata di gestione dei 250 bus giunti in città per il mercatino. E c’è l’assessore comunale alla mobilità Judith Kofler Peintner, che si dice soddisfatta perché la fermata di Casanova, inserita nel Piano urbano della mobilità, è uno dei cardini degli spostamenti sostenibili in città.

E c’è l’assessore comunale ai Lavori pubblici Luigi Gallo che, durante il discorso ufficiale e pure a tu per tu, conferma la soddisfazione del Comune, invidiando i veloci tempi di realizzazione da parte della Provincia, ma poi pone anche l’accento sul cadenzamento orario del treno, non ottimale perché troppo diradato, e sulla mancanza di treni ribassati.

E c’è il consigliere di don Bosco Marco Caruso che, al proposito, mostra una teca di plastica: contiene i fogli con quattrocento firme, raccolte perché anche i disabili possano salire e scendere dal treno a Casanova (ora è impossibile perché fermano solo i vagoni di Trenitalia, quelli con gli scalini).

E ci sono diverse persone in carrozzella, accanto a tante mamme con passeggino, a qualche persona che per passeggiare si serve delle stampelle, per non parlare dei molti anziani, con bastone o senza. E c’è chi prova l’ascensore che porta comodi al piano di sopra. Ma poi, chi ha difficoltà a muoversi, sul treno non sale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità