il caso

CasaPound: saluto romano per festeggiare Bonazza

In un video postato in rete gli attivisti di destra salutano «il comandante». Il sindaco Caramaschi: «Che tristezza, non hanno memoria». Intanto indaga la Digos



BOLZANO. «Eia! Eia!», incita il capo popolo dopo aver specificato che il coro è in onore del comandante Marco. «Alalà!», risponde a squarciagola una trentina di attivisti di CasaPound, molti dei quali alzano in aria il braccio destro, ben teso, per fare il saluto romano. Il tutto per tre volte, in onore di Andrea Bonazza, il consigliere comunale neofascista festeggiato alla Rockaforte, la sede bolzanina del movimento, in occasione del 36esimo compleanno. Un breve video riprende la scena. Il filmato, 30 secondi scarsi, viene successivamente postato in rete da uno degli attivisti, inizia a superare il migliaio di visualizzazioni e a fare scalpore.

Il sindaco Renzo Caramaschi commenta: «Che tristezza, non conoscono la storia». L’assessore comunale Sandro Repetto invece chiosa: «A casa sua ognuno fa quello che vuole, però, per chi ricopre un ruolo istituzionale, dovrebbe esserci una certa attenzione negli atteggiamenti». E intanto, da fonti confidenziali della questura, emerge che su disposizione del questore la Digos avrebbe avviato delle verifiche per capire se ci siano gli estremi di reato per una segnalazione alla Procura della repubblica. Anche se dal video si capirebbe troppo poco. Non si sa esattamente chi l’abbia postato, e dove sia stato girato esattamente.

Insomma, dopo la sfilata in camicia nera in via Portici a giugno dell’anno scorso, e dopo aver indossato in aula una felpa in onore di Charlemagne, le unità francesi collaborazioniste delle Ss durante la seconda guerra mondiale, il consigliere Bonazza e i suoi tornano al centro delle polemiche.

La BürgerUnion ieri ha chiesto l’intervento della magistratura, mentre dure parole arrivano dal sindaco Caramaschi: «Sono gli esponenti del fascismo dell’ultima ora, figli della Repubblica di Salò. Per fortuna non mi hanno invitato al compleanno. Che tristezza, comunque, dopo la resistenza, dopo la fine della guerra, quando i fascisti alleati dei nazisti fecero i rastrellamenti per catturare ebrei e partigiani che finirono nei campi di concentramento... È una tristezza che ai giorni nostri ci siano persone che si rifanno a quelle ideologie razziste, di negazione dell’umanità, che offendono la memoria. Si leggessero un libro di Primo Levi o Il silenzio del mare di Vercors...»













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