«Case di comunità e spazi per i giovani»

Il Pd sostiene Spagnolli con 43 candidati e la sfida per la giunta. Le proposte di sindaco e Tommasini: così si crea lavoro



BOLZANO. Il Partito democratico si presenta alle elezioni comunali con una lista composta da 43 candidati, di cui 15 donne. Alle elezioni comunali del 2010 il Pd elesse nove consiglieri. Il Pd sostiene il candidato sindaco Luigi Spagnolli, in alleanza con «Lista civica per Spagnolli», Svp, Psi e Projekt Bozen. Il percorso verso le elezioni è stato accidentato. Prima la battaglia interna tra la maggioranza e la minoranza del gruppo Bizzo, che chiedeva le primarie per la scelta del candidato sindaco. Tramontate le primarie, decisa la ricandidatura di Spagnolli, le correnti del Pd si sono misurate sulla composizione della testa di lista. È prevalsa ancora la linea della maggioranza, con la decisione di avere Sergio Bonagura come capolista unico, seguito dagli altri candidati in ordine alfabetico. Nella lista si trovano la maggior parte dei consiglieri comunali uscenti, rappresentanti dei circoli come Alessandro Huber e Anna Scuttari, nuovi arrivi come Nadia Mazzardis (già Scelta civica) e Roberta Mattei (già Lega). C’è il noto ematologo Roberto Quaini e per restare sul fronte della sanità Claudio Volanti, segretario dell’Anaao. Ci sono, tra gli altri, studenti, impiegati, liberi professionisti come l’architetto Michele Stramandinoli, gli assessori uscenti Mauro Randi e Chiara Pasquali, che dovranno riconquistarsi un posto in giunta preferenza per preferenza. Tra i possibili aspiranti a un posto in giunta si possono citare Pietro Calò, Bonagura, Sandro Repetto sull’onda dell’organizzazione dell’adunata degli alpini, Monica Franch, che fa parte della «quartina» appoggiata da Bizzo, insieme a Randi, Volanti e la consigliera comunale Miriam Canestrini. Il programma è quello della coalizione, fortemente condizionato dalla Svp, che in apertura recita: «L’amministrazione della città di Bolzano non parte da zero. Anni di buongoverno la pongono ai vertici ditutti i sondaggi e di tutte le statistiche. Questo è lo stato di fatto dal quale si parte». Spagnolli ieri ha lanciato con l’assessore provinciale Christian Tommasini un tema per la prossima amministrazione comunale: «coworking» e «social housing» due parole in inglese per riprendere modelli sperimentati in particolare nell’area germanica e che provano a offrire risposte nuove a nuove realtà sociali. «Casa e lavoro sono i problemi chiave per i giovani. L’amministrazione pubblica non avrà più come ruolo quello di creare posti di lavoro, ma creare le migliori condizioni affinché il lavoro sia creato. La sfida della sinistra è, all’interno di questo scenario, aumentare il livello di benessere di tutti i cittadini, valorizzando le fasce più deboli e disagiate, creando comunità. Comune e Provincia su questo possono collaborare», sottolineano Spagnolli e Tommasini, «vogliamo lanciare tre grandi scommesse per costruire Bolzano, capitale della creatività». Il coworking, ricordano, «è la possibilità di utilizzare una scrivania, sala riunioni e dotazioni tecniche a prezzo basso. Rappresenta il primo step per l’avvio di un’impresa. Il coworking è importantissimo inoltre per la contaminazione di idee e la nascita di collaborazioni che rappresentano l’elemento essenziale per lo sviluppo di imprese di successo. Volendo favorire un’occupazione diffusa, soprattutto fra i giovani, il coworking rappresenta un’utile strumento per iniziare, mettersi alla prova e creare comunità. Ci sono diversi spazi in centro utili per quest’uso, il Comune potrebbe metterli a disposizione a prezzo calmierato». Il social housing consiste nella «disponibilità di alloggi a prezzo calmierato secondo le nuove formule di condivisione di spazi di vita e scambio di servizi. Anche in questo caso è ipotizzabile lavorare su appartamenti di proprietà comunale e Ipes per assegnarli o attraverso specifici bandi pubblici o attraverso centrali di mediazione e gestione degli immobili a giovani che non possono permettersi affitti a mercato». Infine c’è l’ipotesi di spazi e laboratori creativi attraverso una modifica dei Pru, i piani di riqualificazione urbana: «I privati che vorranno costruire nuove strutture dovranno prevedere spazi ad hoc pubblici».

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