i tagli

Case di riposo di Bolzano, licenziati otto infermieri

Sono della cooperativa Sos e avevano contratti a tempo indeterminato. I sindacati: alcune strutture rischiano di collassare


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La delibera della Provincia che stabiliva un numero di infermieri in relazione ai posti letto nelle case di riposo bolzanine (gestite da Assb con fondi provinciali) risale ai mesi scorsi, ma non per questo può lasciare indifferenti il licenziamento in tronco di otto infermieri - qualcuno anche over 50 - con contratto a tempo indeterminato assunti dalla cooperativa Sos. La misura scatterà da gennaio e a risentirne nei turni saranno diverse strutture del capoluogo, in particolare Villa Europa, che secondo i sindacati avrà problemi a fornire un servizio all’altezza. A denunciare la grave situazione che si sta venendo a creare sono proprio i rappresentanti dei lavoratori, che confidano molto negli incontri con la vice commissaria Francesca De Carlini (l’Assb è un ente strumentale del Comune) e con l’assessore provinciale alla sanità Martha Stocker.

A muoversi e ad illustrare la situazione sono state ieri Cgil, Cisl e Uil, che rimarcano la grave situazione occupazionale dei lavoratori della cooperativa Sos (oltre 50 in totale). Quest’ultima gestisce il servizio infermieristico nelle case di riposo dell’Azienda servizi sociali di Bolzano. Da gennaio verranno licenziati, infatti, otto infermieri secondo i criteri contenuti nella delibera provinciale che stabilisce nuovi parametri per il personale. Ad un numero «X» di posti letto deve corrispondere un numero «Y» di infermieri. E secondo la Provincia a Bolzano gli infermieri sono troppi. Il taglio previsto, infatti, è del 15 per cento. «Contestiamo – affermano i sindacalisti Marco Maffei (Cgil), Rajmond Sufali (Cisl) e Claudio Cacciatori (Uil) – questo taglio drastico del personale, che oltre ad aver un pesante impatto occupazionale, rischia di fare abbassare in modo allarmante la qualità del servizio di assistenza infermieristica». Nel merito, la delibera provinciale, secondo le organizzazioni sindacali, adotta parametri che non tengono conto della realtà complessa e della situazione all’interno delle case di riposo.

«Concretamente con un taglio occupazionale di questo tipo l’assistenza infermieristica, che deve essere garantita 24 ore su 24, rischia di collassare». I sindacati chiedono quindi che la politica riveda i parametri e che si faccia un’analisi dei reali bisogni assistenziali. «C’è ancora margine per rivedere una decisione affrettata e che non tiene conto dei reali bisogni dei pazienti».

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