Caso Vittorio, secondo round al Comune

L’ex dirigente aveva vinto in primo grado e ora dovrà restituire 120 mila euro. Andriollo: «Andremo in Cassazione»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. In primo grado aveva vinto l’ex dirigente comunale Anna Vittorio, ieri la Corte d’appello ha accolto le tesi del Comune, che aveva fatto opposizione, riformando la sentenza: la dipendente dovrà restituire i 119 mila euro che le erano stati riconosciuti a titolo di risarcimento danni nell’ambito del contenzioso, aperto nel 2011, a seguito della mancata conferma a direttrice della ripartizione cultura (secondo la difesa tra le altre cose non era stato rispettato l’iter previsto, ndr). Attualmente Vittorio è un funzionario dell’assessorato.

«Sono amareggiato - ha commentato a caldo l’avvocato Juri Andriollo - ora aspettiamo di conoscere le motivazioni, ma il consiglio alla mia cliente è di presentare ricorso in Cassazione».

Come il collega Andriollo anche l’avvocato Enrico Bertorelle, legale del Comune di Bolzano, attende le motivazioni della Corte d’appello: «Se i giudici dovessero aver accolto le nostre motivazioni, secondo cui alla scadenza del mandato del dirigente non c’è più alcun vincolo per l’amministrazione, la sentenza - ed è quello che il Comune auspica - potrebbe rappresentare un importante precedente in una materia molto delicata com’è quella relativa agli incarichi dei dirigenti».

Anni fa si era cambiata la legge per porre fine ad una situazione assurda in quanto, nel momento in cui uno diventava dirigente, capace o meno che fosse, lo rimaneva a vita. Ma in realtà si è cambiato tutto per non cambiare nulla, perché se la legge e il regolamento hanno stabilito che l’incarico dirigenziale dura tre anni, periodo per il quale è prevista un certo tipo di indennità che va ad aggiungersi allo stipendio, il contratto collettivo ha posto una serie di vincoli .

«In base al contratto collettivo - spiega l’avvocato Bertorelle - se l’amministrazione non intende rinnovare l’incarico deve comunicarlo sei mesi prima all’interessato, il quale ha 30 giorni di tempo per presentare le controdeduzioni. Risultato: alla fine il Comune, a meno che la giunta non adduca chissà quali motivazioni, ha di fatto le mani legate e non può che rinnovare l’incarico per evitare il rischio di un ricorso».

E per questo motivo solo pochi mesi fa l’assessore Mauro Randi ha rinnovato per la terza volta consecutiva, che significa altri cinque anni dopo i dieci già fatti, l’incarico al direttore dell’Assb Bruno Marcato. Poi, per evitare che il dirigente dell’Azienda rimanga tale per sempre, si è inserito nell’ultimo disegno di legge Omnibus un articolo che prevede che in futuro la durata dell’incarico sia quello della giunta comunale. Ma questo, a quanto pare, varrà dal 2020 in poi, visto che Marcato ha un contratto che scade nel 2019.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità