Chiuso lo storico panificio di Egna

Roland Robatscher, 67 anni, ha spento il forno: «Ho lavorato 15 ore al giorno». Il negozio era aperto da 45 anni


di Bruno Tonidandel


EGNA. Da alcuni giorni a Villa, in via Cavalese 6, il forno del panettiere Roland Robatscher è spento. E in centro ad Egna, in largo Municipio 33, la rivendita del pane ha la saracinesca abbassata. Sulla vetrina campeggia un cartello: «Ringraziamo i nostri affezionati clienti, ma il negozio rimane chiuso. Per sempre». Roland Robatscher, 67 anni, ha preso qualche giorno fa la sofferta decisione: «Basta, vado in pensione, da solo non ce la faccio più e chiudo baracca e burattini. Mio figlio Thomas, 28 anni, non può continuare al posto mio perché è allergico alla farina. Mi dispiace soprattutto per i clienti, quelli che vedevo tutti i giorni in negozio, ma era ora di smettere». Consapevole anche che la comunità di Egna viene a perdere un panificio storico, avviato 45 anni fa dal papà di Roland, Hermann, scomparso nel 2004. Dal 1990 l’azienda è stata presa in mano dal figlio con l’aiuto della moglie Martha, di un operaio panettiere e da alcune commesse, Christina, Helga e Siegrid. «Ho avuto molte soddisfazioni – spiega Robatscher – il nostro pane finiva sulle tavole di numerose persone della Bassa Atesina e di alcuni alberghi; addirittura veniva prenotato anche da clienti di Milano. Ma ho lavorato molto, anche 15 ore al giorno. Dopo il Tagesschau mi infilavo a letto ma la sveglia suonava prima delle 1; scendevo in laboratorio e iniziavo a impastare fino alle 4 quando il pane era pronto. Alle 6 aprivo la rivendita e servivo i primi clienti fino alle 9 quando arrivava mia moglie. Tornavo a casa e mi rimettevo a letto fino verso mezzogiorno. Dopo pranzo poi, per rilassarmi facevo un giro con la mia bici da corsa».. Dal forno di Robatscher usciva del pane speciale richiesto anche da lontano, come per esempio il Vorschlag (segalino), il Vinschgerle (segalino con semi di cumino) e il Schuttelbrot fatto di farina di segale con semi di finocchio. Ma è anche la concorrenza serrata che ha indotto Robatscher a chiudere. «Qui tutti vendono pane: ci sono tre supermercati, due negozi bio e il mercato due volte alla settimana; poi arriva il pane industriale a prezzi stracciati e per noi, artigiani, i margini di guadagno si sono ridotti sempre più». Con la chiusura di Robatscher, ad Egna rimane un unico panificio, storico anche quello, di Bonatti. Ma sembra che la rivendita di Largo Municipio debba essere rilevata da un noto panettiere di Montagna, Gabriel Wegscheider, che porterebbe ad Egna il suo prodotto, peraltro molto apprezzato.

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