Cibo avariato e lavoratori in neroLa Finanza chiude un hotel sullo Sciliar

A finire nel mirino è stato il noto hotel Emyy di Fiè. Durante un controllo sono stati scoperti 750 chili di cibo scaduto (anche dieci anni fa) e tutti i sette lavoratori senza regolare contratto. E' la fine di un lungo declino collegato al dissesto finanziario



BOLZANO. Sino a qualche mese fa veniva presentato come «uno tra i più eleganti e confortevoli centri alberghieri dell’Alto Adige». In realtà il declino era iniziato un paio di anni fa sino al fallimento decretato dal tribunale nei primi mesi di quest’anno. E’ la storia dell’hotel Emmy di Fiè allo Sciliar.
Qualche giorno fa l’albergo è stato chiuso su disposizione del sindaco Arno Kompatscher su segnalazione della Guardia di Finanza a conclusione di alcuni controlli effettuati nelle cucine e tra il personale. Il rapporto finale delle Fiamme Gialle rischia di diventare una mina vagante per tutti gli alberghi della zona.
A livello di immagine e di credibilità il rischio è generalizzato. In effetti la Guardia di Finanza ha sequestrato nell’albergo sette quintali e mezzo di generi alimentari scaduti o in pessimo stato di conservazione che avrebbero dovuto finire sulle tavole dei clienti. Pesanti irregolarità sono state riscontrate anche nella gestione del personale. I sette lavoratori impiegati nella struttura (aperta solo parzialmente dopo il dissesto finanziario degli ultimi mesi) lavoravano in nero. Tra loro un paio di italiani ed altri cittadini rumeni, indiani e originari del Bangladesh. L’esito più inquietante dei controlli riguarda però il cibo ed il contesto in cui venivano preparati i pasti per i clienti. L’«Hotel Emmy» nonostante le sue disavventure finanziarie ha continuato a presentarsi alla clientela come struttura alberghiera di prim’ordine, classificata «quattro stelle superior». Nessuno poteva immaginare la realtà. Il rapporto della Guardia di Finanza è impietoso. I locali in cui si preparavano i pasti apparivano sporchi. Nelle celle frigorifere e nei magazzini era percepibile ovunque un cattivo odore dimostrazione anche del cibo che veniva utilizzato per la preparazione di pranzi e cene. Sugli scaffali sono stati recuperati 750 chili di vari generi alimentari che avrebbero dovuto, in realtà, finire nei cassonetti delle immodizie. Carne, pesce, salumi, vegetali, prodotti gastronomici, dolci. Tutte confezioni in gran parte con la data di scadenza già ampiamente superata. Parte del cibo era anche ammuffito o mal conservato. Nel rapporto delle Fiamme Gialle vengono segnalati alcuni casi limite e cioè il rinvenimento di carne congelata risalente al 2008, di tranci di pesce sottovuoto con confezioni aperte ed evidenti segni di muffa, di pasta e conserve scadute addirittura dieci anni fa. Posto che nessuno finora aveva provveduto ad eliminare il deposito di cibo avariato, è lecito pensare che qualcuno lo stesse in parte utilizzando o pensasse di farlo. Ovviamente alla faccia dell’immagine commerciale dell’albergo che sui siti internet e sugli stampati promozionali veniva presentato come «luogo di benessere presso il parco naturale dello Sciliar e dell’Alpe di Siusi, dedicato alla salute e al benessere».

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