Cimitero: tombe e loculi nel degrado

Proteste dei parenti dei defunti per un’intera area interdetta per pericolo frane: da mesi non possiamo curare i nostri cari


di Federico Sanzovo


BOLZANO. Le erbacce coprono lapidi, tombe e croci. Invadono i passaggi. Inghiottono lumini ormai corrosi, i vasi dei fiori, gli angeli e le madonnine di marmo. Una panchina è letteralmente sepolta dalle piante.

In queste condizioni - di doloroso degrado e abbandono - versa da mesi l'ala più a nord del cimitero di Bolzano, quella sotto castel Flavon, interdetta al pubblico per questioni di sicurezza. La montagna rischia di franare. Il Comune ha transennato tutto dopo che ci sono state diverse “scariche” di pietre e sassi.

Ma che quella montagna sia a rischio, in vicolo Gumer , lo si sa dal 2005, quando i tecnici hanno consegnato una perizia dettagliata sulla fragilità della roccia. Ora, le famiglie che hanno i propri cari nei loculi e nelle tombe nella zona “vietata” iniziano a protestare per una situazione oggettivamente pesante. «Non possiamo portare nemmeno un fiore, o accendere un lumino - dicono -. E’ una cosa vergognosa». Spiega Biagio Della Malva: “Sono tre mesi che questa zona è stata chiusa, molti hanno paura ad avvicinarsi e anche i giardinieri non eseguono più la manutenzione ordinaria ne timore, sacrosanto, che venga giù qualcosa”. Manutenzione che, in effetti, è carente in tutto il settore, non solo nell’area a rischio. “Ho chiamato in Comune per sollecitare un intervento rapido – continua il signor Della Malva – mi hanno risposto che sarei stato ricontattato, ma nessuno mi ha più fatto sapere nulla”.

Il disagio è palpabile: “Questa zona è grande, ci sono molte persone che vengono qui. Però si prova una sensazione di totale degrado e non ci si può neanche sedere su una panchina”.

Qualcuno che - a suo rischio e pericolo - supera la recinzione comunque c'è: sotto ad alcuni loculi sono stati sistemati dei piccoli lumini. Sono accesi, portati di recente.

Le stesse transenne, poi, sono poste in maniera a dir poco curiosa. La parete dei loculi interdetti termina con un cancello, ma accanto, a una manciata di metri, un’altra serie di loculi, sotto la stessa montagna pericolante, è stata lasciata accessibile.

Al di là dei divieti stringati dei cartelli posti sulle transenne, il Comune non ha dato spiegazioni esaurienti alle famiglie che hanno qui concessione. Il signor Della Malva si interroga: «Ma se c'è pericolo per noi visitatori, significa che rischiano anche i nostri defunti, le cui spoglie potrebbero essere perdute in caso di uno smottamento. Non sarebbe il caso di spostarle ?».

La situazione è stata presa in esame dalla giunta comunale che, con una delibera del 7 agosto, ha deciso di stanziare oltre quattrocentomila euro per la messa in sicurezza della zona. Il testo, infatti, riporta: “Si sono verificati distacchi di materiale roccioso dal versante sovrastante il cimitero di Bolzano in via Maso della Pieve”.

La soluzione che è stata trovata prevede la posa di una lunga barriera paramassi.

Un espediente già messo in pratica proprio a pochi passi dalla zona a rischio. I campi da calcio e la piscina vicini, infatti, da anni sono protetti allo stesso modo, così come anche i palazzi che si trovano lungo le pendici. Lo studio geologico della zona d'altronde era stato redatto, come riporta la delibera, nel febbraio del 2005.

«Un ritardo incomprensibile - osservano le famiglie -, speriamo almeno che i lavori comincino presto».

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