Circolo Presidio, il Comune rinuncia a gestire il tennis 

Viale Druso. Ieri il sindaco ha incontrato il generale Berto con l’obiettivo di “salvare”  almeno la struttura sportiva chiusa da aprile. Caramaschi : «Operazione per noi impossibile»



Bolzano. Nessuna speranza che almeno a breve riaprano i campi da tennis del Circolo unificato dell’Esercito: ieri è sfumata anche l’ultima speranza di chi fino alla fine di marzo andava a giocare nella struttura di viale Druso.

«Se solo è possibile - aveva annunciato nelle scorse settimane il sindaco Renzo Caramaschi - il complesso del Circolo Unificato dell’Esercito di viale Druso lo prendiamo noi». Parole queste che avevano fatto sperare i tanti bolzanini che fino al primo aprile, quando ha chiuso, frequentavano il Circolo. C’era chi andava a giocare a tennis e chi invece frequentava i corsi organizzati dalle diverse associazioni all’interno della palazzina immersa nel verde; chi lì dentro organizzava pranzi, cene, matrimoni.

Caramaschi aveva chiesto una relazione alle responsabili dell’ ufficio patrimonio e all’ufficio legale, giungendo poi alla conclusione che il Comune non avrebbe potuto gestire l’intero complesso, ma si sarebbe dovuto limitare ai campi da tennis. In quanto il complesso di proprietà del demanio militare ha bisogno di importanti interventi di ristrutturazione.

Si è deciso quindi di “puntare” sui campi da tennis che fino a fine marzo erano gestiti dall’Ussa in base ad una concessione non rinnovata dopo l’ultima proroga. Ed è di questo che ieri pomeriggio Caramaschi ha discusso nell’incontro con il generale Claudio Berto, comandante delle Truppe alpine, e con i responsabili della società che gestisce il patrimonio militare. «Purtroppo anche il complesso del tennis, in particolare la struttura che ospita docce e spogliatoi - spiega Caramaschi - ha bisogno di lavori di risanamento che noi non possiamo fare, non essendo di nostra proprietà. A questo punto saranno i militari a bandire una gara per la gestione, ponendo come condizione una ristrutturazione minima dell’immobile».













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