Clandestini all’ex Ferrotel Cresce la protesta ai Piani

I consiglieri di Unitalia raccolgono la denuncia dei residenti: «Risse e disagio» L’ex albergo ferroviario di via Macello è abbandonato da anni


di Alan Conti


BOLZANO. E’ uno dei ruderi storici della città: di quelli che hanno anche una storia da raccontare e invece rimangono malinconici a guardare la strada.

L’ex Ferrotel al civico 36 di via Macello, vecchia residenza o albergo per ferrovieri in transito, è ormai da anni terra di nessuno. Porte e finestre sbarrate, cancelli chiusi, cantine sigillate ed erbaccia che cresce senza controllo in ogni angolo. Uno scenario degradato che non ha scoraggiato un gruppo di clandestini che hanno deciso di farne la propria residenza. A denunciarlo sono due esponenti di Unitalia: Marco Caruso (consigliere di Circoscrizione di Oltrisarco) e Gabriele Galante.

«Ci facciamo portavoce di un sentimento molto diffuso tra i residenti della strada - dichiarono i due - perchè la situazione si è fatta ormai insostenibile. Sempre più spesso, infatti, si registrano liti tra gli occupanti, anche violente». Le urla, però, non sono l’unico atteggiamento discusso. «Questi ragazzi sporcano dappertutto utilizzando gli spazi pubblici come se fossero dei bagni a cielo aperto».

Dalla protesta alle contromisure, dunque, il passo è breve. «Chiediamo alle Autorità lo sgombero immediato di questo edificio ed ai proprietari dell’immobile di sbarrare tutti gli ingressi per evitare nuove occupazioni».

Dopo aver risolto la situazione d’emergenza, però, bisognerà anche capire che futuro si intende dare a una porzione consistente di terreno lungo via Macello.

Il “Ferrotel”, infatti, è sempre stato un luogo di transito e vita sociale importante per la “Siberia” bolzanina. Vederlo andare alla deriva senza un destino infastidisce sopratutto le vecchie generazioni di ferrovieri che hanno lavorato sulla tratta del Brennero fermandosi in città.

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