Comunali stressati, studio della giunta

L’assessore Gallo: «Abbiamo mille dipendenti, il loro benessere è fondamentale per la qualità del servizio ai cittadini»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «La soddisfazione delle condizioni di lavoro dei circa 1000 dipendenti comunali è fondamentale per la qualità del servizio reso ai cittadini». Anche per questo l’assessore al personale, Luigi Gallo, spiega che in questi giorni l’Università degli studi di Trento - Dipartimento sociologia e ricerca sociale - ha avviato una ricerca sul benessere dei dipendenti. Costo dell’operazione: 20 mila euro. «Si tratta della terza edizione di questa indagine - precisa Gallo - visto che le precedenti due ricerche erano state effettuate nel 2002 e nel 2007».

Resta da capire se era necessario - in tempi di crisi e di tagli - finanziare uno studio del genere.

«Certo. Abbiamo un’organizzazione complessa di circa 1000 dipendenti suddivisi in decine e decine di profili professionali, attiva in settori di servizio molto diversi fra loro (dal settore amministrativo alle farmacie, dal cantiere comunale alle scuole materne). Ed io ritengo fisiologico e fondamentale avere periodicamente una fotografia "scientifica" delle condizioni di lavoro, del livello di motivazione e soddisfazione dei nostri collaboratori e del clima interno, fattori che vanno a incidere oggettivamente, nel bene e nel male, anche sulla qualità del servizio reso ai cittadini».

Insomma dipendenti comunali, gioie e dolori.

Scriveva il sindaco Luigi Spagnolli nell’edizione di “Bolzano Notizie” del giugno 2009: «Cari bolzanine, cari bolzanini... nell’immaginario collettivo il dipendente comunale, diciamocelo francamente, non ha una fama particolarmente positiva: al pari degli altri dipendenti pubblici è spesso citato sulla stampa e nelle chiacchiere dei bar, più come fannullone e imboscato che come lavoratore e produttore di servizi. Ma è un luogo comune falso e profondamente ingiusto». Assessore Gallo, non crede che una ricerca del genere possa indispettire chi lavora, per esempio, nel privato e si trova - in un periodo di forte crisi delle aziende - in difficoltà con il suo lavoro, se non l’ha addirittura perso? «Non mi piace l’appiattimento al ribasso. Capisco che il momento sia di grossa crisi, capisco le difficoltà di chi lavora nel privato, mi dispiace per chi ha perso il lavoro ma non per questo tutti dobbiamo stare peggio».

Non trova che 20 mila euro siano troppi? «Il nostro personale mette in movimento 49 milioni di euro, 20 mila euro per una ricerca del genere sono pochissimi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità