Comune in bilico, ecosociali furiosi

Gallo: «Svp e Verdi, solo pretesti per eliminarci». Planer: «Aspettiamo risposte». Artioli: «Basta paralisi, sì a nuove elezioni»



BOLZANO. Sembrava fatta, invece in Comune sono tornati al «tutti contro tutti». Altro che appoggio (esterno) dei Verdi e via a lavorare. Nella Svp l’asse Kompatscher-Ladinser spinge per chiudere il capitolo, a fronte di uno Steger ancora possibilista, il Pd protesta contro le condizioni dei Verdi, pure Elena Artioli invoca le elezioni anticipate. Sull’altro lato scoppia la rabbia della sinistra, mentre i Verdi restano fermi sul documento, «aspettiamo le decisioni ufficiali dei partiti».

L’assessore Luigi Gallo (A sinistra per Bolzano) si affida a uno sfogo gelido: «Basta con la continua caccia ai pretesti. Se si chiude, è ora di capire perché. Ai Verdi rimprovero una cosa: avrebbero dovuto garantire l’appoggio due mesi fa, così saremmo arrivati prima allo svelamento della realtà. E la realtà è che qualcuno vuole archiviare l’esperienza di centrosinistra a Bolzano. Tutto il resto sono pretesti, a partire dai “diktat” dei Verdi, come quello sull’allargamento della giunta. Davvero qualcuno pensa che dopo mesi di paralisi la nuova maggioranza potrebbe impegnare subito il consiglio comunale per più sedute su una discussione sui posti in giunta? Ladinser dice che bisogna avere una linea condivisa sull’aeroporto. Ma ci sarà un referendum provinciale: ognuno di noi, Verdi compresi, si adeguerà al risultato. Sono tutte scuse, anche l’assenza di un programma su cui lavorare con i Verdi: c’è, è quello approvato in consiglio comunale». Conclude Gallo: «Cosa o chi impedisce di iniziare a lavorare a pieno regime per i bisogni della città, visto che una maggioranza ora c'è? Una città che deve essere amministrata anche per evitare di lasciare campo libero perfino all' attivismo senza freni di formazioni neofasciste. Colpa dei Verdi, dei Rossi? Come politico posso mettere in conto una sconfitta, come cittadino democratico voglio delle risposte». Ieri c’è stata una tempestosa telefonata tra Guido Margheri (Sel) e la segretaria del Pd Liliana Di Fede. Margheri prende di mira le dichiarazioni di Arno Kompatscher: «Il programma per la città di cui il presidente della giunta provinciale lamenta la mancanza è consultabile sul sito del Comune». Secondo Margheri, Kompatscher «si fa portavoce delle pressioni dei soliti poteri forti». Infine la sua stoccata al Pd: «Pensano di essere furbi silurando gli ecosociali, ma rischiano di fare la fine di Laives, con la Svp che governa lietamente con il centrodestra».

Il sindaco Luigi Spagnolli ha dichiarato di non trovare scandalosi i paletti dei Verdi (no Benko, no allargamento della giunta): «Anche in passato esponenti della maggioranza si sono smarcati da alcune scelte». Spagnolli attende però le decisioni dei partiti di maggioranza. E Tobias Planer (Verdi) resta fermo sul documento: «Non rispondiamo alle polemiche di Ladinser e Walcher, aspettiamo le decisioni dei partiti». E anche i Verdi domani torneranno a riunirsi. La segreteria del Pd ha chiesto un incontro con Spagnolli e il gruppo consiliare. «Alzando continuamente l’asticella di certo non si potrà dare un governo a Bolzano», dice Liliana Di Fede. A Spagnolli il Pd dirà di non mollare la presa sulle competenze su sociale e urbanistica e di rivendicare un assessore in più per il Pd stesso. Elena Artioli (Lista civica per Spagnolli) spinge per le elezioni anticipate: «Se continua così, Bolzano resterà immobile, perderemo posti di lavoro e non riusciremo neppure a sistemare i cubetti per strada. Serve una scossa al Comune, bloccato tra i veti incrociati dei partiti e dei singoli consiglieri. In Grecia hanno avuto il coraggio di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni». (fr.g.)

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