Comune: spunta il nome di Pietro Borgo
Mentre all’interno del Pd si litiga sul successore di Repetto, Il sindaco pensa all’ex general manager dell’Iveco di Bolzano
BOLZANO. «È un professionista preparato, che ha gestito una grande azienda e se ne intende: è la persona giusta per porre fine alle tensioni all’interno della Fondazione castelli». Così il sindaco Renzo Caramaschi, a giugno, aveva spiegato la scelta di mettere Pietro Borgo nel consiglio d’amministrazione della Fondazione dopo le dimissioni, in polemica con il presidente Helmut Rizzolli, di Pietro Marangoni.
Si dice che Caramaschi - che dopo l’addio all’inizio di settembre del city manager Andrea Zeppa e ora dell’assessore Sandro Repetto si sente un po’ più solo - lo vorrebbe in giunta.
Sessantotto anni, laureato a Padova in ingegneria elettronica, Borgo ha guidato lo stabilimento bolzanino dell'Iveco per 20 anni; poi era andato a Monaco di Baviera a dirigere la Rheinmetall Man Military Vehicles (RMMV). Inoltre ha ricoperto per alcuni anni il ruolo di vicepresidente dell’Università di Bolzano al fianco dell’allora presidente Konrad Bergmeister. Il suo ingresso nel cda dell’ateneo era stato fortemente voluto dal mondo imprenditoriale. E lui, consapevole delle esigenze delle aziende locali, aveva spinto per istituire sei-sette anni fa il corso di ingegneria meccanica.
Inutile dire che il curriculum di Borgo piace molto al sindaco. Ovviamente non ne parla, ma a chi gli sta vicino avrebbe confidato che l’ingegnere sarebbe la persona giusta, per dare un’accelerata ad una serie di partite ancora aperte, di cui la più importante è l’areale ferroviario. «Le competenze di Repetto: cultura, patrimonio, politiche sociali sono pesanti - ripete da giorni Caramaschi - serve una persona preparata e che sia disposta a lavorare dalla mattina alla sera. Qui ci sono pochi onori e tanti oneri».
A preoccupare il sindaco c’è in particolare la gestione della partita profughi e delle relative strutture che potrebbe diventare ancora più complicata con il probabile ingresso in giunta provinciale di due assessori leghisti.
Quello di Caramaschi è però al momento solo un sogno, perché Borgo verrebbe chiamato come assessore esterno e difficilmente il Pd rinuncerà a mettere un suo uomo in giunta. Però tra i due litiganti - ed è probabilmente questa la speranza inconfessabile del primo cittadino - il terzo potrebbe godere.
Si capirà qualcosa in più la prossima settimana, quando si incontrerà il gruppo consiliare del Pd che dovrebbe indicare il nome del sostituto di Repetto.
Scelta non facile perché gli aspiranti sono almeno tre. C’è Silvano Baratta, 69 anni, che si aspetta la nomina in quanto ha esperienza della macchina amministrativa, visto che è già stato assessore in passato; si è occupato proprio dei servizi sociali ed è il più votato dopo Repetto, Mauro Randi che è passato con il gruppo Bizzo, e Alessandro Huber, capogruppo in Comune, che si è già chiamato fuori. Poi c’è Juri Andriollo, 43 anni, avvocato, che piace a chi all’interno del partito, uscito a pezzi dalle elezioni di domenica, spinge per un rinnovamento.
Ma nella corsa si è inserito anche Claudio Della Ratta, 57 anni, consigliere Pd/Psi, che autocandidandosi di sé dice; «Penso di avere ormai una sufficiente esperienza ed una buona conoscenza della macchina amministrativa per poter ambire al posto di assessore. Da oltre otto anni approfondisco ogni delibera ed ho quindi una invidiabile visione d’insieme del Comune».
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