La trattativa

Conservatorio, ancora in stallo la trasformazione in facoltà

L'impasse non è solo romana ma soprattutto altoatesina: troppe ancora le resistenze



BOLZANO. «Sono sette anni che siamo fermi così...»: lo dice un professore del Conservatorio. Oggi piuttosto inquieto, ma molto impegnato, nei mesi scorsi nelle trattative per il passaggio del Monteverdi alla Lub. Sette anni sono una vita sospesa tra il diventare facoltà e restare come si è. Prova a spiegare lo stand by Marco Bronzi, il direttore del Monteverdi: «Sembrava che con l'ultima legge finanziaria statale si sarebbe configurata una accelerazione decisiva». Invece? «La blindatura del testo ha impedito l'inserimento delle modifiche legislative proposte dal ministero», informa Bronzi. Punto e a capo.

Ma di più. Perché l'altra notizia è che il tavolo a tre locale - università, Provincia e conservatorio - allargato a quello con il ministero in alcune occasioni, non ha ancora trovato l'intesa. E non lo ha fatto sul punto che è il vero snodo della questione: lo status giuridico dei docenti del Monteverdi rispetto a quello dei professori universitari. Alla pari, un gradino sotto, mezzo? «Il tema riguarda il fatto che noi siamo a tutti gli effetti dipendenti del ministero», chiarisce Bronzi, «è dunque il dicastero il nostro datore di lavoro. Con il passaggio a facoltà di Musica sarebbe invece l'ateneo di Bolzano».

E qui si sono configurate le secche. Il rettore Paolo Lugli e il suo successore hanno definito la facoltà di Musica insieme a Ingegneria, l'orizzonte verso cui si sta muovendo la Lub. Solo che tutti lo dicono da sette anni. E quello che sta emergendo è che l'impasse non è solo romana - giustificata in parte dal fatto che si tratterebbe di un inedito in Italia questa riconfigurazione di un conservatorio - ma soprattutto altoatesina. Ci sono di mezzo le resistenze Lub, quelle sindacali all'interno del corpo docente e il ruolo stesso della Provincia come possibile nuovo datore di lavoro.

In verità ci si attendeva molto, sul piano di un chiarimento normativo sullo status, dalle modifiche legislative che erano state introdotte nel testo della finanziaria. Attesa non esaudita. Al centro c'è la legge 205 del 2017, che impostava per la prima volta un percorso mai prima attuato di trasformazione di un conservatorio in facoltà. E quello bolzanino sarebbe dovuto diventare il pioniere di questa inedita impostazione didattico-normativa.

Formazione dei docenti

Ma non finisce qui il lavoro del Conservatorio. L'assessore Marco Galateo ha portato ieri in giunta provinciale una iniziativa di collaborazione tra Palazzo Widmann e Monteverdi che va nella direzione di affrontare la importante carenza di insegnanti di musica nelle scuole musicali di lingua italiana. Il programma è destinato a tutti i futuri docenti negli istituti di primo e secondo grado e nel "Vivaldi". Con questa iniziativa, spiega l'assessore, «facciamo sì che la cultura e la pratica musicale siano davvero accessibili a tutti».

In realtà le scuole avevano da tempo segnalato questa carenza. Il Conservatorio, come detto, li formerà. «Abbiamo impostato un percorso per 60 crediti e lo snodo sarà l'ammissione ai corsi. Che avranno la configurazione di una formazione abilitante», così Galateo. Una volta ammessi, gli insegnanti non dovranno dunque conseguire una ulteriore abilitazione esterna a questi percorsi formativi.













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