«Contratto poco attrattivo, molti medici scappano via»

Bolzano. «Il contratto provinciale è scaduto nel 2008 e le trattative per il rinnovo sono ferme da dicembre 2019. Il tutto è inaccettabile e non può essere tirata sempre in ballo la scusa Covid»....



Bolzano. «Il contratto provinciale è scaduto nel 2008 e le trattative per il rinnovo sono ferme da dicembre 2019. Il tutto è inaccettabile e non può essere tirata sempre in ballo la scusa Covid». Parla così Edoardo Bonsante, segretario sindacato medici Anaao.

«Se la provincia non riesce a garantire un contratto provinciale, che abbracci di nuovo quello nazionale e trasformi il nostro in integrativo aziendale, dove inserire ciò che ci differenzia dal contratto nazionale. Va anche ricordato che nel contratto nazionale da gennaio hanno aumentato del 27% l’indennità di esclusività di rapporto (riguarda tutti i medici tranne chi opta per l’extramoenia), frutto di un accordo col ministro Roberto Speranza. Ora ci aspettiamo lo stesso dall’assessore Thomas Widmann. Gli strumenti tecnici ci sarebbero per far bene, senza rimetterci economicamente e garantendo le 2 ore settimanali in più che prestiamo». Ma nulla accade. «Anche in Azienda è tutto fermo. Siamo da anni Azienda unica ma ogni Comprensorio, per molte decisioni, si muove in totale autonomia e difformità rispetto agli altri. Firmato l’ultimo accordo stralcio provinciale, a gennaio 2020, sulla carriera professionale, non si è ancora riusciti a metterlo in pratica. Tutto quello che si è riusciti a fare è stato bloccare l’attività libero-professionale dei colleghi dipendenti ospedalieri che sono rimasti fedeli alla struttura pubblica scegliendo l’intramoenia, mentre si concede la piena libertà di attività ai privati ed anzi si cercano accordi per nuove convenzioni da finanziare coi soldi pubblici. La fedeltà degli ospedalieri quindi non solo è stata penalizzata dai turni Covid e dalle condizioni di aumentato rischio biologico, con la maggior parte dei medici e dirigenti esclusi dalla premialità Covid, ma anche penalizzata per la mancata reintroduzione dell’indennità di rischio biologico ed infine dalla chiusura della libera professione intramoenia. Il nostro contratto ha perso attrattività e colleghi di altre regioni rifiutano l’assunzione da noi e vanno altrove. In più a volte ci si permette anche il lusso di trattare male e mobbizzare quei pochi che accettano di venire che, nauseati, scappano. Da un lato quindi si piange perché c’è carenza di medici e dall’altra si fa di tutto per demotivarli. Vogliamo sperare - conclude Bonsante - che Provincia ed Asl non se ne rendano conto e non invece che il tutto rientri in un piano per mettere in atto una progressiva privatizzazione della sanità, con conseguente danno non certo dei medici che, al limite, si sposteranno nel privato, ma della popolazione che vedrà incrementare la spesa sanitaria».













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