Contributi, Provincia truffata  

Indaga la Procura di Trieste. Una presunta associazione a delinquere avrebbe ottenuto un finanziamento di 200 mila per un progetto fasullo Il gruppo avrebbe colpito anche a Gorizia, Pordenone e Trieste. Il giudice ha firmato quattro ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari



Bolzano. Una vasta inchiesta della Procura della Repubblica di Trieste sta interessando anche Bolzano perchè tra i soggetti vittime di raggiri clamorosi vi sarebbe anche la Provincia autonoma di Bolzano che avrebbe elargito 200 mila euro per sostenere uno dei tanti “progetti farlocchi” presentati per intascare centinaia di migliaia di euro di finanziamenti pubblici a diversi entri locali soprattutto del Nord Italia. Complessivamente il raggiro avrebbe provocato danni agli enti locali a Trieste, Gorizia, Pordenone e Bolzano per oltre 800 mila euro. L’indagine ha già portato ad alcuni provvedimenti concreti in quanto il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trieste, Giorgio Nicoli, ha già emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere e truffa nei confronti di quattro persone. Ad una degli indagati (una donna di 33 anni) non è stato però possibile notificare l’ordinanza perché si trova in Mozambico, dove sta ancora lavorando come “desk officer” a tempo determinato per l’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo con uno stipendio annuo da 69mila euro lordi. Secondo l’ipotesi accusatoria i quattro indagati avrebbero costituito un’associazione a delinquere specializzata in truffe agli enti pubblici, predisponendo documentazione fasulla a sostegno della richiesta di contributi (con rendicontazione di comodo), arruolando anche persone inconsapevoli del raggiro. In sostanza gli enti pubblici avrebbero finanziato le attività segnalate senza che però il relativo servizio fosse mai avviato. Come detto tra gli enti colpiti vi è anche la Provincia autonoma di Bolzano che avrebbe finanziato un progetto proposto dall’associazione per circa 200 mila euro per avviare un’impresa con il sistema Lineboy con applicazione telematica per la fruizione di servizi senza necessità di registrare un account. L’inchiesta è tutt’altro che conclusa ed è probabile che gli inquirenti saranno chiamati anche a verificare se, al di là della presunta abilità di chi avrebbe raggirato gli enti pubblici colpiti, vi sia stato un adeguato controllo da parte degli uffici preposti a valutare le proposte a cui facevano riferimento le richieste di finanziamento. Anche perchè oltre al risvolto penale, vi saranno strascichi anche sotto il profilo del danno erariale provocato con conseguente azione della Procura presso la Corte dei Conti. L’indagine dunque è destinata a proseguire ancora alcune settimane. Secondo la Procura della Repubblica di Trieste uno dei personaggi chiave coinvolti pare essere la giovane donna attualmente impegnata all’estero per effetto di un contratto di lavoro a termine in Mozambico dal maggio dello scorso anno. Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice delle indagini preliminari sottolineò che “la frenetica caccia da parte della donna ai contributi pubblici è tuttora in corso”. E il pubblico ministero, nella richiesta di custodia cautelare, aggiunse: “L’indagata è un soggetto particolarmente spregiudicato. Ha ricevuto un incarico dal Ministero per la gestione degli aiuti medici in Mozambico. Ora si trova a gestire delle operazioni all’estero finanziate con denaro pubblico e, attesi gli elementi concernenti i plurimi reati emersi a suo carico, appare quanto mai pericoloso che la stessa prosegua tale incarico”. Ma per il momento il rapporto di lavoro in Mozambico non si è concluso.

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