L'imposta

Cosa pensano i piccoli proprietari della super Imi? «Iniqua, punitiva, inutile» 

La protesta: «Sono le agevolazioni che riescono a smuovere il mercato». Il rincaro si somma alla temuta riforma catastale e al previsto aumento delle tasse per chi affitta



BOLZANO. Super Imi, la piccola proprietà conferma i timori espressi nei giorni scorsi dagli agenti immobiliari della Fiaip. «Imporre un’aliquota particolarmente elevata (più precisamente espropriativa) per l’Imposta municipale sugli immobili sfitti è una scelta assolutamente iniqua, punitiva e che ben difficilmente potrà raggiungere lo scopo che il legislatore provinciale si è proposto».

Lo sostiene l’avvocato Alberto Boscarolli, presidente dell’Associazione della proprietà edilizia (Ape), che prosegue: «Da sempre, specie negli ultimi anni, abbiamo imparato che, semmai, sono le agevolazioni e gli incentivi che riescono a smuovere il mercato, ma ben difficilmente può riuscirvi un aumento della tassazione; soprattutto in un mercato, come quello locativo, che, da molti anni, è assai ridotto e ormai asfittico».

Boscarolli spiega: se un’abitazione non rientra tra quelle alle quali si applica un’aliquota ridotta o l’aliquota ordinaria, e questa situazione si protrae per un anno («termine di per sé ridicolo, seppure meno di quello inizialmente previsto in 6 mesi»), scatta l’aliquota maggiorata.

Nessuna motivazione consente di superare tale limite, fa notare il presidente Ape, che rincara: «Ma per capire l’assurdità, basta pensare: ai tempi di una bega ereditaria sulla proprietà dell’appartamento; o a chi tiene vuoto l’appartamento in attesa di destinarlo al figlio che rientra dall’estero o dall’università; a chi è in attesa di riuscire a vendere l’appartamento stesso; oppure a chi attende di locarlo e giustamente è molto cauto nel riaffittare, ammesso che abbia ancora intenzione di farlo, se è reduce da una causa di sfratto per morosità, soprattutto se, come spesso succede, deve affrontare spese enormi per riattarlo, eccetera».

Ci sono molteplici ragioni, prosegue, «lontane da una pura speculazione, pur legittima. Quindi, o il proprietario paga, o affitta, ma, come detto, è molto difficile che chi tiene un appartamento vuoto per un qualche motivo, decida poi di affittarlo. Quindi una norma che, eventualmente, incide su un numero estremamente limitato di casi e, quindi, non è probabile che raggiunga il suo scopo».

Ben più probabile, invece, fa notare il presidente Boscarolli, «che i restanti appartamenti “vuoti” vengano riversati sul mercato della compravendita e, quindi, comunque, non su quello locativo». Tra l’altro «è assolutamente illusoria l’ipotesi che si possano così ridurre gli esagerati prezzi di acquisto degli immobili abitativi».

Oltre alla molto probabile inutilità di questa legge, va oltre, «è assai pericoloso e inaccettabile il messaggio che ne deriva, nel senso che, ancora una volta, si incide fiscalmente sulla proprietà edilizia, dimenticando che, per la sua massima parte, è composta da piccoli proprietari, attenti risparmiatori per sé o per i propri figli. E si tratta di quella proprietà edilizia che, per i quasi due anni di blocco degli sfratti anche per morosità pregresse, ha svolto una pesante funzione di ammortizzatore sociale, a proprio esclusivo onere e senza alcun ristoro».

Una proprietà edilizia che, proprio oggi, «vede imporre una riforma del Catasto che, al di là delle affermazioni del Governo, pone le basi per consistenti aumenti della tassazione; si discute anche di un aumento della tassazione proprio sugli affitti. Non è, quindi, un bel messaggio incoraggiante, questa nuova norma». DA.PA.













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