Costa: «Il referendum è di tutti, non dei partiti»

Il coordinatore cittadino non si spaventa per le diverse vedute interne al Pd «Non è una scelta delle segreterie, ognuno dice la sua per il futuro della città»


di Fausto Da Deppo


BRESSANONE. “Un’occasione per coinvolgere e far decidere la gente su una questione di importanza rilevante per la città”. Non ha dubbi Carlo Costa, coordinatore del circolo Pd di Bressanone: premette di “essere estremamente soddisfatto di arrivare a questo confronto referendario” e sottolinea i meriti del Pd cittadino, innanzi tutto il fatto di non “aver lasciato la decisione sulla funivia a una valutazione e a un giudizio politico, ma appunto di affidarla alla popolazione”. In questo senso, precisa Costa, “abbiamo superato una fase di stallo in cui il progetto della funivia per la Plose oscillava fra quanti volevano imporre una scelta politica e quanti puntavano a bloccare ogni iniziativa”.

Per definire il quesito e le opzioni votabili domenica (le ripetiamo: fare la funivia dalla stazione dei treni fino a S.Andrea; niente funivia ma migliore collegamento di autobus; lasciare tutto invariato), c’è stato evidentemente un lavoro politico, ma anche in questo lavoro Costa sottolinea l’impegno del Pd per “affidare la decisione alla gente”. E, se poi dovesse vincere l’opzione autobus, non è detto che un’altra proposta referendaria sia impossibile.

Nemmeno le diverse vedute interne al Pd (con gli esponenti di giunta favorevoli alla funivia e circolo e consiglieri contrari) tolgono il sorriso al coordinatore. Anzi. “Nel Pd c’è chi pensa che la funivia sia la cosa migliore - osserva Costa - e c’è chi è convinto che la partenza dell’impianto dalla stazione non sia l’ideale, chi è perplesso sull’impatto ambientale dell’opera e chi critica la prospettiva funivia come non efficace per il rilancio dell’economia locale. E tutto questo non è un sintomo di divisioni, bensì è lo specchio delle posizioni dei cittadini. Ed è la prova di quel che dicevo: la questione funivia non è una questione di partito, non è una questione della politica che rappresenta i programmi di un partito, ma è politica nel senso che su di essa si deve esprimere la gente”.

Per questo, il Pd lascia libertà di voto agli iscritti, una libertà che è all’estremo opposto dei “condizionamenti della politica: l’errore lo farebbero i partiti che volessero dare indicazioni di voto”. Se mai, Costa lancia un appello “ad andare a votare. Invito tutti a dire la propria nelle urne, anche per non lamentarsi poi perché è stata presa una certa scelta”. Un appello che affianca un’ultima considerazione sul clima pre referendum: “C’è nervosismo, forse troppo - conclude Costa - forse dovuto alla disabitudine a una discussione libera. Credo che il valore vero di questa consultazione per Bressanone sia legato a un modello di democrazia diretta e alla possibilità di lasciare decidere il singolo cittadino su un argomento centrale per la città”.

La dimostrazione del “sofferto” dibattito interno al Pd arriva dall’intervento di Alberto Ghedina, consigliere comunale contrario alla funivia, sulla sponda opposta, per esempio, rispetto ai “suoi” due assessori Pedron e Del Piero. “Perché stravolgere il paesaggio di Bressanone con un impianto a fune, il più costoso che si possa immaginare, dall’enorme impatto ambientale, che dovrebbe essere realizzato con i soldi pubblici per arricchire i soliti noti privati? Da sempre le strutture pubbliche, strade, ponti, scuole, palestre, impianti a fune, vengono realizzate laddove ve ne sia bisogno. Perché per S. Andrea si dovrebbe costruire prima la funivia e poi gli alberghi, prima questa funivia e poi migliorare gli impianti di risalita sul comprensorio turistico della Plose? Se tale progetto si dovesse realizzare, vedo forte il rischio di una gravissima commistione tra interesse pubblico e privato».













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