Cri, spesi 700 mila euro per aiutare
Presentato anche un libro realizzato col Rotary per scolarizzare i richiedenti asilo
BOLZANO. Il 2017 è stato un anno davvero intenso per il Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana che ieri, nella propria sede al civico 64 di via Duca D’Aosta, ha presentato il bilancio dell’attività dello scorso anno. Il Comitato, che tra le mille attività svolte gestisce anche le strutture di accoglienza “ex Alimarket” e “Casa Henry”, ha chiuso l’anno con un bilancio di circa 700 mila euro, «spesi bene e in maniera trasparente» il presidente Hannes Mussak. Le principali entrate sono rappresentate da contributi della Provincia, da fondi della Protezione Civile provinciale e del Comune, dal pagamento dei servizi presso il Centro di accoglienza straordinaria “ex Alimarket” da parte della Croce Bianca, da alcuni servizi svolti per altri comitati della Croce Rossa e e da un contributo destinato alle attività di Protezione Civile e iun ambito sociale da parte del comitato centrale della Croce Rossa. Ventidue i dipendenti, coordinati dall’ufficio del Segretario Regionale, in collaborazione con il Comitato Nazionale, e guidati dal presidente Mussak, che s’è detto soddisfatto del lavoro svolto, rivolgendo parole di ringraziamento ai dipendenti e ai volontari. Nell’occasione, a cui ha voluto presenziare anche l’assessore provinciale alle sanità Martha Stocker, è stato presentato anche un libro scolastico che la Croce Rossa Italiana ha realizzato in collaborazione con il Rotary Club Milano. Un libro per favorire la scolarizzazione dei richiedenti asilo nel nostro paese. Centinaia di immagini - ben 435, per la precisione - che ritraggono oggetti, animali, lavori, situazioni, parti del corpo, espressioni di volti e tanto altro accompagnate dal nome sia in italiano che in tedesco. Un’iniziativa preziosa il cui scopo è favorire e velocizzare l’integrazione di chi, arrivato nel nostro paese e nella nostra provincia, non parla nemmeno una parola di italiano o di tedesco. «In occasione di un viaggio – ha spiegato Guido Alberto Rossi, del Rotary milanese – mi sono accorto che i lavoratori impegnati nelle miniere d’oro del Sud Africa imparavano velocemente a comunicare grazie alle immagini. E così abbiamo realizzato questo libro. Abbiamo deciso di non utilizzare la scrittura araba così da “costringere” gli stranieri a prendere confidenza con i caratteri latini e a migliorare le loro capacità di comunicare».