Crisi, contrasti in aumento tra i due gruppi linguistici

La disoccupazione, le tasse e i tagli al welfare producono crepe nella convivenza Un convegno della Cisl per fotografare il fenomeno, Renner: «Pericolose derive»


di Simone Facchini


MERANO. “Impulsi”, li definiva il titolo del convegno. Impulsi che hanno suonato come campanelli d'allarme. Sono squillati ieri a casa Kolping nell'ambito dell'assemblea dei delegati Cisl Merano-Venosta, intitolata “Nuovi impulsi per la pacifica convivenza”, alla quale gli organizzatori hanno invitato anche figure estranee alla galassia sindacale. Per avere più punti di vista.

Che l'incontro si sia tenuto a Merano, città in cui i due gruppi linguistici siano sostanzialmente paritari e la quota di stranieri al 16% (extracomunitari all'11,5%) è un dato significativo. S'è parlato di quale impatto la crisi, e quindi la contrazione delle risorse, abbia sulla convivenza fra gruppi. Un tema d'attualità deciso dal sindacato non per caso: è un estratto di quotidianità. "Nei nostri uffici – spiega Walter Gasser, segretario territoriale – sono in aumento i sintomi di frizioni fra gruppi, ora che i tagli colpiscono l'assistenza economica a sostegno di talune fasce". Ed è qui che emergono le frizioni: perché, si domandano in molti, alcune categorie godono di agevolazioni dalle quali altre rimangono escluse? Perché il vicino di casa, magari appartenente ad un altro gruppo, può accedere a vantaggi per i quali io devo pagare? Adesso che gli aiuti diminuiscono, la coperta diventa corta e ci si chiede – questa la domanda di fondo – se la tanto sbandierata convivenza pacifica sia stata “comprata”.

Convivenza che ormai non riguarda solo i gruppi linguistici tedesco e italiano, ma anche quello, crescente, rappresentato da immigrati di bandiere e culture diverse. La reciproca conoscenza è la base per risolvere conflitti, esistenti e potenziali. Questo il tratto comune emerso dai vari interventi.

Hansi Pichler, presidente del Südtiroler Wirtschaftsring (l'unione delle associazioni di imprenditori locali) ha rimarcato due sfide che la congiuntura attuale pone: quella fra le generazioni per il lavoro, alla quale si interseca quella fra gruppi sociali dovuta alla diseguaglianza di peso della crisi da sobbarcarsi. Per l'integrazione è necessario rafforzare la conoscenza dell'altro, a partire dalle lingue. "Ci si parla troppo poco – ha aggiunto il teologo don Paolo Renner – e troppo poche sono le occasioni per conoscersi". Nelle parole di don Renner, accenni alle pericolose derive estremiste verso le quali vengono attratti i giovani “esclusi” dal dialogo. E dell'importanza della scuola nell'insegnare la convivenza e la cooperazione, ma ancora di più l'importanza "dell'università della strada. E là che si sciolgono le barriere". È là che il vivere accanto può diventare vivere insieme. Che una comunità multiculturale può diventare interculturale.

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